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Suonando per Woody, Francesco Bearzatti alla Casa del Jazz presenta “This Machine Kills Fascists”

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Mercoledi 25 novembre alla Casa del Jazz a Roma, Francesco Bearzatti presenterà in concerto il nuovo album “This Machine Kills Fascists”. Il disco, realizzato con il Tinissima Quartet (Francesco Bearzatti, sax tenore, clarinetto,Giovanni Falzone alla tromba, Danilo Gallo al basso e Zeno De Rossi alla batteria, è un omaggio a Woody Guthrie (this machine kills fascists era scritto sulla sua chitarra) ed è uscito per CAM Jazz (distribuito da Goodfellas). Dopo Tina Modotti (2008) e Malcom X (2010, album pluripremiato con il Top Jazz ed altri riconoscimenti) e la parentesi riuscita di Monk’n’Roll (CAM Jazz 2013 – dove i temi di Monk vengono riletti intersecandoli con alcuni dei più famosi brani rock della storia) il sassofonista ritorna a raccontare con la sua musica la vita, l’arte e i tempi di un altro ribelle e irregolare, che come nessun altro ha cantato l’America delle Grande Depressione, delle lotte sindacali, delle speranze del New Deal. L’Altra America del folk e del blues. Il tutto filtrato dalla sensibilità di Francesco Bearzatti e di un quartetto che è già entrato nella storia del Jazz. Woody Guthrie è il più grande e radicale cantautore popolare americano, intellettuale, romanziere e attivista politico, ha raccontato gli operai e gli emarginati e si è sempre schierato contro le ingiustizie dei politici e dei capitalisti. La sua eredità ha influenzato tutta la canzone popolare e di protesta di lì a venire, da Dylan a Joan Baez a Springsteen fino a Billy Bragg e ai Clash.Tra blues dolenti e brani frenetici il disco è una viaggio in musica che parte dal paese natale di Guthrie, Okemah in Oklahoma per muoversi tra le tempeste di sabbia, i vagabondaggi in treno, gli abiti stracciati, New York per finire con un brano dedicato a Sacco & Vanzetti (a cui Guthrie aveva dedicato una raccolta di brani) e con l’unico brano non originale del disco, una rilettura di “This Land is Your Land”, brano simbolo della poetica di Guthrie, a metà tra una dichiarazione d’amore per la sua terra e una sferzante polemica contro la proprietà privata, dove è chiara la sua visione solidale e di comunità: