Home teatro Allo Studio Uno si parla di moderna antichità con “METAMORPHOSYS.0” e “M:EDEA”

Allo Studio Uno si parla di moderna antichità con “METAMORPHOSYS.0” e “M:EDEA”

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Al Teatro Studio Uno dal 19 al 22 ottobre in scena due spettacoli, METAMORPHOSYS.0 (19 e 21 Ottobre) e [M:DEA]  (20 e 22 Ottobre) della regista, attrice e performer Vittoria Faro, due diverse performance legate dal filo rosso del mito, spunto di riflessione, ispirazione e pretesto per indagare pensieri, bisogni e desideri dell’animo umano, mettendo in luce conflittualità ed inquietudini del nostro tempo.

METAMORPHOSYS.0 ripercorre il mito ovidiano in una mutata forma, in una riscrittura scenica performativa, raccontando una nuova genesi dell’umanità proiettata in una delle possibili dimensione del futuro prossimo, quello in cui la realtà fenomenica soccombe alla sua immagine virtuale affidata alla Rete. Cosa accadrebbe se il mondo per come lo conosciamo dovesse finire? Cosa resterebbe di noi? Che forma assumerebbe la nuova umanità? Che ruolo avrebbe la tecnologia? L’evoluzione tecnologica nella post modernità ha portato l’Uomo ad affidare alla Rete non solo informazioni, dati statistici e numerici, ma l’intero Sapere comune. E sempre più pensieri, ricordi, segreti, relazioni e sentimenti che in rete scambiamo o custodiamo. “Memoria” è nell’ipotetico futuro prossimo l’unità centrale che conserva i nostri dati, ciò che siamo e la Storia che abbiamo costruito in immateriali e adimensionali impulsi di energia. “Memoria” è summa delle emozioni, dei ricordi, dei pensieri e dei sentimenti che gli esseri umani le hanno affidato nel tempo e che ora trasmette alle nuove creature, prodotti dall’evoluzione umana. Antiempatici, i nuovi esseri sono schiavi della connessione, attraverso la quale ricercano un’identità e un senso all’esistenza.

[M:DEA] frutto di uno studio di Vittoria Faro e di una scrittura a quattro mani con Matilde D’Accardi, drammaturga romana, la performance indaga il Tema del Sacrificio nel mito della figura forse più nota della tragedia classica.

In scena Medea ripercorre la sua vicenda tragica per flashback in altrettanti quadri scenici, come tante stazioni di una Via Dolorosa che cerca, nell’estremo sacrificio, la risoluzione catartica di una rinascita. Il linguaggio è assolutamente contemporaneo, attinge all’arte elettronica che sovrintende idionisiaci rituali delle notti dei più giovani: sonorità, movenze e gestualità in contrappunto alla narrazione classica, così da rendere Medea sacerdotessa di un Rito che attraversa i tempi. Il valore simbolico nell’attualità sta nelle parole dell’antropologo inglese Victor Turner “Quando la vita storica stessa non ha più senso culturale nei termini precedentemente tenuti per validi, la narrazione e il dramma possono assumersi il compito della poiesis, di un nuovo senso culturale, anche quando sembra si limitino a demolire antichi edifici di significato che non sono più in grado di compensare i nostri moderni drammi esistenziali”.

 

 “[M:DEA]  – METAMORPHOSYS.0” dal 19-22 ottobre 2017

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).