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Ciao, Marco!

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Il leader radicale Marco Pannella e’ morto il 19 maggio nella clinica romana nella quale era stato ricoverato. L’annuncio è stato dato da Radio Radicale. Pannella, 86 anni, era da tempo malato di cancro. Con le sue battaglie civile ha segnato un’epoca della democrazia italiana.

Molto si può dire di Marco Pannella, della sua lucidità libertaria, dei suoi eccessi, dei suoi errori, che si affiancano alle sue battaglie positive, del suo essere padre-padro9ne del Partito Radicale, senza la lungimiranza di far crescere eredi. Un errore, forse, l’aver fatto eleggere alla Camera la pornostar Ilona Staller, “Cicciolina”, o il prof. Toni Negri, condannato per fiancheggiamento delle Brigate Rosse. Ma ha anche portato al Parlamento Europeo Enzo Tortora, perseguitato dalla malagiustizia. Luci e ombre. Anche sui referendum, moltiplicatisi fino a perdere di senso e diventata arma spuntata piuttosto che di democrazia diretta. Comunque è stato un grande protagonista. Il ricordo è affidato alle sue parole, di una delle sue stagioni migliori, raccolte da Lanfranco Palazzolo nel libro La rosa nel pugno.

“Io amo gli obiettori, i fuori-legge del matrimonio, i capelloni sottoproletari amfetaminizzati, i cecoslovacchi della primavera, i nonviolenti, i libertari, i veri credenti, le femministe, gli omosessuali, i borghesi come me, la gente con il suo intelligente qualunquismo e la sua triste disperazione. Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo; contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se “rivoluzionario”. Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti e esser davvero capiti, più che ai saggi o alle invettive, ai testi più o meno sacri e alle ideologie. Credo sopra ogni altra cosa al dialogo, e non solo a quello “spirituale”: alle carezze, agli amplessi, alla conoscenza, come a fatti non necessariamente d’evasione o individualistici – e tanto più “privati” mi appaiono, tanto più pubblici e politici, quali sono, m’ingegno che siano riconosciuti… Non credo al potere, e ripudio perfino la fantasia se minaccia d’occuparlo… Non credo al fucile: ci sono troppe splendide cose che potremmo/potremo fare anche con il “nemico”, per pensare a eliminarlo…» Marco Pannella, 1973 (www.kaosedizioni.com)