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Il mondo fantastico di Checov in scena al Palladium con “Svenimenti un vaudeville”

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Al Teatro Palladium va in scena, il 4 e 5 novembre, uno spettacolo incentrato sul labirinto creativo di Anton Cechov: dall’opera del grande scrittore russo, Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno elaborato per la compagnia Le Belle Bandiere una versione drammaturgica che interseca in modo esemplare i suoi atti unici con le visioni tratte dai racconti, frammenti di altri lavori e lettere che l’autore scambiò con persone care, scrittori e compagni di lavoro, tra cui quelle che l’attrice Olga Knipper, sua moglie, continuò a scrivergli anche dopo la morte, in un dialogo ininterrotto che vuole rievocarne presenza e voce.
Svenimenti un vaudeville è un ritratto pieno di contrasti di un uomo incantevole e complicato, medico per vocazione e scrittore per passione, affettuoso e intelligente osservatore degli umani, instancabile e gentile difensore degli ideali, amante della vita tumultuosa del teatro ma anche della completa solitudine, sempre curioso della vita nelle sue variabili forme. In omaggio a Vselovod Mejerchol’d che aveva intitolato “Trentatré svenimenti” la sua rilettura di tre atti unici di Cechov – afferma  Elena Bucci – abbiamo scelto come titolo la parola Svenimenti,  che allude ai punti di crisi emotiva e di perdita di controllo dei personaggi, urlo o gioia, pianto o riso, comunque resa e abbandono all’incomprensibile emozione della vita. Tenteremo di scoprire il mistero del fascino lieve di questi uomini e donne che, senza avere una dimensione eroica, restano impressi nella memoria per la loro autenticità, nutriti di speranze o ammalati di sconfitte, tragici contro voglia, ridicoli senza consapevolezza, una condizione umana universale che pochi altri autori hanno saputo descrivere con tanta forza e semplicità.
La Compagnia Le Belle Bandiere conduce gli spettatori a riscoprire la forma classica del vaudeville teatrale con una riappropriazione contemporanea, spiritosa e delicata, provocante e affettuosa dei suoi ritmi e delle sue invenzioni esilaranti, ricucendo gli atti unici di Cechov in una sorta di fantasia teatrale, che illumina la solitudine malinconica dei suoi antieroi, le ridicole debolezze di noi tutti, la misteriosa tessitura dei rapporti, le utopie, le discrasie di un mondo in veloce trasformazione.
Affascinati dall’equilibrio tra farsa, commedia e tragedia che si respira nel vivace universo cechoviano, sarà dunque possibile immergersi negli strabilianti bisticci tra Lomov e Natal’ja Stepanova, spiati dal vecchio padre di lei Cubukov, de La domanda di matrimonio, dove un reciproco e furioso desiderio di nozze s’impiglia nelle testarde recriminazioni sui confini delle proprietà; o nell’appassionato scontro frontale, in bilico tra insofferenza ed attrazione erotica reciproca, de L’orso, dove l’inquieta vedova Popova sfida a duello il ruvido creditore Smirnov, vittima di un’insolvenza del birichino marito defunto, sotto lo sguardo sgomento del fedele maggiordomo Luka, che già ricorda il grande Firs de Il giardino dei ciliegi; e  respirare anche l’atmosfera surreale di altri piccoli gioielli come Fa male il tabacco.
Si accende, così, una luce su un Autore pieno di contrasti, un malinconico che aveva innato il senso della comicità, che in campagna rimpiangeva lo scintillio di Mosca e San Pietroburgo, denunciava la mancanza di un luogo tranquillo per sé, ma amava scrivere sentendo nella stanza accanto gli strepiti di una famiglia d’origine anomala e stravagante. Senza cadere nella tentazione di individuare un rapporto di causa ed effetto tra vita e opera, osserviamo come al suo crescente desiderio di essere altrove rispetto alla realtà corrisponda una capacità di osservazione sempre più nitida, compassionevole e feroce.

Sabato 4 novembre – ore 21
Domenica 5 novembre – ore 18

Teatro Palladium – Università Roma Tre
Piazza Bartolomeo Romano 8, 00154 Roma