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“Il nullafacente” di Michele Santeramo e regia di Roberto Bacci al Teatro Biblioteca Quarticciolo

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Il Nullafacente di Michele Santeramo con la regia di Roberto Bacci è una riflessione universale sull’esistenza, sul modo di assaporare e vivere il tempo in un’epoca in cui non è concesso farlo, è un paradosso sulla ricerca della felicità. Michele Santeramo, vincitore del premio Hystrio 2014, racconta cosa non si deve fare per essere felici, cosa bisogna fare per saper esistere.

Il Nullafacente è una grande storia d’amore nel suo confrontarsi con la fine, con il limite con l’interpretazione di Vittorio Continelli, Savino Paparella, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Tazio Torrini, una produzione Fondazione Teatro della Toscana. Il Nullafacente per la prima volta a Roma al Teatro Biblioteca Quarticciolo il 17 febbraio alle ore 21.00 e il 18 febbraio alle ore 18.00.

In un tempo che richiede presenza, prestanza, efficienza, lavoro, programmazione, qui il protagonista è uno, il Nullafacente (Michele Santeramo) che non fa niente. E non è facile perché anche il far niente ha bisogno di metodo, applicazione, pazienza, determinazione. Ha una Moglie malata terminale (Silvia Pasello) e forse per fortuna, perché essendo incurabile, non bisogna far nulla per provare a guarirla. Sarebbero felici se il mondo attorno a loro li lasciasse in pace anziché accanirsi ognuno con le proprie regole e la propria morale. Il Fratello (Francesco Puleo), il Medico (Tazio Torrini), il Proprietario (Vittorio Continelli) sono una sfaccettatura di quel mondo dal quale il Nullafacente ha deciso di star fuori, tipologie umane facilmente riconoscibili, che non sono necessariamente esempi negativi ma solo un altro modo di intendere la vita, opposto a quella del Nullafacente.

Sua vera ispirazione è il dialogo con un bonsai: una pianta costretta ad una forma ma che in quella costrizione ha trovato la giusta capacità per essere bonsai. Al bonsai riconosce questo primato: l’aver compreso dove sia la vita dentro quella costrizione, dove sia la bellezza, dove sia il muoversi frenetico che una pianta mette in moto ogni secondo, e dove sia la capacità di sembrare fermi, nonostante tutta quella vita.  Quel che il bonsai sa, il Nullafacente lo sta imparando, nella sua ricerca di risposte, accettando fino in fondo la sfida con se stesso di trovare maggiore consapevolezza e presenza, che lo portino a non perdere tempo, l’unico assoluto bene prezioso della vita. Perché è nella presenza nel tempo che risiede la felicità. Cos’altro c’è di più propriamente nostro se non il tempo che viviamo? Questo si chiede il Nullafacente. E quando il tempo è visibilmente vicino a terminare, non è forse più importante goderselo piuttosto che provare a distrarsi e a dimenticarlo? Al tempo è legato tutto il resto: il rapporto con i soldi, con la morte ma soprattutto con la vita, con l’amore sempre minacciato dall’assenza, con tutto.

Teatro Biblioteca Quarticciolo

Via Ostuni 8