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“La maladie de la mort” di Marguerite Duras in scena all’Argentina con la regia di Katie Mitchell

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Freely adapated after the story by Marguerite Duras Director Katie Mitchell Script Alice Birch With Laetitia Dosch - the woman, Nick Fletcher - the man, Irène Jacob - a narrator. 16 Jan to 3 Feb 2018 Associate Director Lily McLeish Video direction Grant Gee Set and costume design Alex Eales Composer Paul Clark Sound Design Donato Wharton Video Design Ingi Bekk Collaboration Video Design Ellie Thompson Lighting Design Anthony Doran Assistant Director Bérénice Collet Technical Manager John Carroll Deputy Stage Manager Lisa Hurst Video programmer / Operator Caitlyn Russell Camera operators Nadja Krüger, Sebastian Pircher Trouble Shooter Matthew Evans Sound Programmer / Operator Harry Johnson Boom Operator Joshua Trepte Lighting Programmer / Operator Sébastien Combes Assistant Stage Manager Elodie Huré Deputy Stage Manager Marinette Jullien

L’8 e il 9 novembre al Teatro Argentina l’acclamata regista britannica, tra le più innovative e trasgressive della scena europea, Katie Mitchell è protagonista sul palcoscenico del Teatro Argentina con la sua prima regia in lingua francese, LA MALADIE DE LA MORTuna rilettura in chiave cinematograficadell’omonima opera letteraria di Marguerite Duras. Profonda esplorazione dell’intimità, del genere, della pornografia e del sesso, la pièce racconta l’impossibilità d’amare di un uomo e una donna restituita dall’adattamento cinematografico con riprese “live”, mantenendo una dimensione misteriosa da thriller psicologico. La riscrittura ad opera di Alice Birch è portata sulla scena da Laetitia Dosch Nick Fletcher, e la voce narrante di Jasmine Trinca. Una grande coproduzione internazionale realizzata da Teatro di Roma – Teatro Nazionale con C.I.C.T. Théâtre des Bouffes du Nord, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale,Emilia Romagna Teatro FondazioneFondazione Teatro Metastasio – Prato e assieme ad una nutrita schiera di teatri europei. Un uomo aspetta una donna in una stanza d’albergo. È notte: il loro accordo prevede che lei arrivi di notte, silenziosa e remissiva. Tutto ciò che l’uomo vuole, lei deve farlo, e per questo riceverà un compenso. Il prezzo non è importante: l’unica cosa che conta, per l’uomo, è imparare come si ama, come si conosce un corpo femminile. Notte dopo notte la osserva, indagandola, cercando il suo segreto, annaspando nella violenza di un’intimità negata. Marguerite Duras  scrittrice controversa, autrice del celeberrimo L’amante – si insinua nella loro relazione inquieta, inconsueta, ambigua, e racconta l’impossibilità di una intimità autentica, emotiva, sessuale. Per Marguerite Duras, infine, La Maladie de la mort non è altro che l’incapacità di amare. Telecamere filmano simultaneamente gli attori, costruendo minuto per minuto lo spettacolo, nel rispetto delle regole voyeristiche sulle quali si struttura l’allestimento in un gioco di rimandi e visioni. Un punto di vista cinematografico che Katie Mitchell condivide con la Duras: l’intento è quello di restituire la profondità del divario che separa l’uomo e la donna, il maschile e il femminile.