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La Roma del degrado, tra baraccopoli in fiamme e barboni a Villa Borghese, in attesa del Giubileo

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Senza voler cedere alla retorica del declino inevitabile, lo stato della Capitale è sotto gli occhi di tutti, sotto vari profili. Tra i tanti, uno balza agli occhi, quello delle centinaia di baraccopoli che sorgono come funghi sulle sponde del Tevere e dell’Aniene, sotto i ponti, i cavalcavia, i viadotti. Una città parallela, sotterranea, di cui si curano solo benemerite associazioni di volontariato, dalla Caritas alla Comunità di Sant’Egidio. Tutto ciò è tollerabile? Roma può presentare questo volto al Giubileo? E’ imminente lo sgombero della baraccopoli sorta sotto il viadotto Gronchi a Vigne Nuove, a due passi dal frequentatissimo centro commerciale “Porta di Roma”, dove un polacco di 40 anni è morto il 29 giugno, festa di San Pietro e Paolo, nel rogo della sua tenda. Non sarà il primo. Il problema è che non sarà neppure l’ultimo. E’ come tentare di svuotare il mare con uno scolapasta. Perché il mondo degli ultimi – che va aiutato, non nascosto – migra alla ricerca di un giaciglio precario. Migra ovunque. Anche a villa Borghese, come mostra la foto di BINROME. Mentre il sindaco Marino è ricoverato al Gemelli per un lieve malore – e gli facciamo gli auguri – la questione non può non essere posta. Ed è semplice: chi si occupa di risanare Roma? Il Giubileo può essere un’occasione, o sarà solo un’occasione perduta?