Home teatro Melania Giglio ci racconta “William and Elizabeth”

Melania Giglio ci racconta “William and Elizabeth”

1202

In una notte di mezza estate William Shakespeare sta provando al Globe con i suoi attori. Improvvisamente una visita imprevista e totalmente inaspettata viene a turbare il processo creativo del Bardo e della sua compagnia. Chi osa disturbare le prove del genio di Stratford?

La visitatrice misteriosa altri non è che Elisabetta I. La Regina in persona. Era venuta di nascosto al Globe, rigorosamente in incognito, per incontrare qualcuno…forse uno dei suoi amanti.

O forse cercava soltanto un pretesto per placare le sue ansie notturne e per cercare conforto nella Poesia e nel Teatro che così tanto amava .A ben guardare, comunque, il motivo per cui Elisabetta è lì non è poi così importante. Questo incontro notturno tra Potere e Teatro è l’occasione per potersi finalmente parlare e confrontare. Qual è l’equilibrio tra creazione artistica e potere?

Come il Teatro può rapportarvisi senza soccombere? Come il potere può trarre spunto ed ispirazione dagli artisti? In un serratissimo ed affascinante duello verbale Shakespeare ed Elisabetta I ci faranno fare un viaggio vertiginoso che andrà a toccare il cuore stesso del Teatro ed il senso del suo esistere.

Il Teatro: da sempre “moribondo illustre”. Da sempre croce e delizia. Da sempre rifugio per le anime tormentate. Da sempre specchio del Mondo e del suoi Potenti. 

Elisabetta I regnò per quasi mezzo secolo facendo la differenza : ereditato un paese sull’orlo della guerra civile e di religione lo pacificò e fece della debole Inghilterra cattolica una potente nazione protestante, con il primo governo parlamentare dell’era moderna, nonché una marina,una City e una lingua destinate a governare il mondo. Questa madre del mondo moderno permise la nascita di una delle più straordinarie stagioni della cultura di ogni tempo: il teatro elisabettiano fu infatti uno dei periodi artistici di più grande splendore per il teatro mondiale e per la storia dell’intera umanità. Nacquero i primi teatri pubblici, la figura dell’impresario, le compagnie di attori professionisti, una produzione drammaturgica di incredibile ricchezza e versatilità.

Il teatro elisabettiano fu, anche, innovazione: vennero introdotte delle nuove tecniche, vennero affrontate diversamente le tematiche sociali, si lasciò ampio spazio all’improvvisazione.

L’innovazione più grande fu quella del teatro nel teatro: si ritagliava uno spazio di tempo durante l’opera in cui veniva messa in scena un’altra rappresentazione teatrale. Una vera e propria età dell’oro, voluta strenuamente da questa piccola donna che amava definirsi “un semplice attore”.

Elisabetta I, la “regina vergine”, scomunicata da Pio V, colei che non aveva mai voluto sposarsi perché, come amava dire ai suoi pretendenti, “il mio sposo è l’Inghilterra”, muore il 24 marzo 1603.

Di lei papa Sisto V scrisse : “Guardate come governa! E’ solo una donna, solo la signora di mezza isola eppure si fa temere da tutti.”