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Onstage!festival, il teatro in lingua originale, parte con Stephan Wolfert e il suo “Cry havoc”

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Parte con uno spettacolo che racconta un folgorante incontro fra teatro e vita l’Onstage!festival, la rassegna in lingua originale nata con lo scopo di veicolare la cultura americana attraverso l’incontro “personale” ed efficace con la scena off statunitense. A scriverla e interpretarla, diretto da Eric Tucker, è Stephan Wolfert, attore, autore, regista, ex Ufficiale medico presso l’Esercito USA che ha lasciato le armi per dedicare la propria vita al teatro dopo l’incontro con Shakespeare. Una congiuntura fondamentale per la creazione di CRY HAVOC, che vedrà luce lunedì 21 gennaio alle ore 21, ad apertura del festival, presso l’Off Off Theatre di Roma (è in programma una seconda rappresentazione il 23 gennaio alle ore 17).
Solo sul palco, in jeans e t-shirt, Wolfert affronta i demoni della guerra con quella che la critica ha riconosciuto unanimemente come una enorme energia vitale e performativa, segnata dal dramma ma costellata di ironia, trascinando il pubblico verso un finale catartico.
Mentre le parole di condottieri shakespeariani si fondono nelle cronache militari contemporanee per raccontare dei veterani di guerra e la loro difficoltà nel riadattarsi al ritorno nella società civile, “Cry Havoc” restituisce al teatro un profondo senso di necessità.
Il testo nasce proprio dall’impatto che il “Riccardo III” di Shakespeare ha su un veterano di Guerra: il ritratto del re deforme e delle sue difficoltà esistenziali apre nuove ipotesi di vita in un ex-soldato in profonda crisi di identità. “Cry Havoc” è dunque un emblematico esempio del ruolo fondamentale che il Teatro può concretamente avere nell’incrociare il cammino degli uomini. 
Dopo due anni di paralisi, dopo sei anni nell’esercito degli Stati Uniti, dopo aver sofferto della Sindrome da Stress Post-Traumatico, Stephan Wolfert salta su un treno che attraversa le montagne del Montana. Lontano da casa. Nel nulla. Alcolista e senza la minima idea di cosa fare del resto della sua vita. Fino a che per caso entra in un teatro, scoprendo la voce di Shakespeare e un’insospettabile affinità di quelle storie con la propria. Da allora Stephan fa teatro, arrivando alla scena di Broadway. E oggi è responsabile di uno speciale programma di recupero per veterani attraverso il teatro, De-cruit (www.decruit.org)
Nel testo l’attore include alcuni dei più famosi discorsi di personaggi shakespeariani, come lui reduci di Guerra: Coriolano, Enrico V, Tito Andronico, Marco Antonio. Le parole senza tempo del Bardo sono fonte di una riflessione sul tema della Guerra e sul difficile reintegro dei veterani nella società civile.
Lo spettacolo torna in Italia dopo essere stato presentato con successo al Teatro Sala Uno di Roma, collezionando critiche entusiastiche. nell’ambito del Festival Shakespeare Re-Loaded (Roma-Verona, aprile 2016), in collaborazione con il Teatro Argot Studio di Roma e Casa Shakespeare di Verona.