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Napoleone e Roma, il ruolo dell'”uom fatale”

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“Ei fu. Siccome immobile, Dato il mortal sospiro, Stette la spoglia immemore Orba di tanto spiro, Così percossa, attonita La terra al nunzio sta, Muta pensando all’ultima Ora dell’uom fatale…” L’uomo fatale per Alessandro Manzoni e’ naturalmente Napoleone, morto nell’isola di Sant’Elena il 5 maggio 1821. Fatale anche per Roma? Non proprio, ma Napoleone a Roma ha avuto un ruolo, transeunte ma importante, come emerge dallo studio di Carla Nardi Napoleone e Roma. L’autrice, archivista e ricercatrice storica negli Archivi di Stato, da molti anni attenta indagatrice delle fonti documentarie italiane e francesi conservate negli archivi di Roma e Parigi, presenta questo ulteriore contributo alla conoscenza di quel “travagliato e fecondo periodo” romano della dominazione napoleonica che seguí alla Consulta Straordinaria per gli Stati Romani (governo transitorio e veramente “straordinario” che preparò nel biennio 1809-1810 l’annessione definitiva dei domini già pontifici all’Impero), organo esecutivo provvisorio, per la prima volta studiato da Carla Nardi, studio pubblicato nel 1989 da l’École Française de Rome con il titolo “Napoleone e Roma. La politica della Consulta romana”. A più di quindici anni di distanza l’autrice, grazie al reperimento di nuova documentazione estratta dagli archivi romani e francesi, pubblica il presente saggio che getta luce sul governo francese nei territori romani, ormai annessi definitivamente all’Impero, a partire dal gennaio del 1811, sulle difficoltà dell’attivazione di una amministrazione tutta francese, sui malumori dell’opinione pubblica romana, sui contrasti sempre vivi con il Pontefice anche all’indomani del concordato di Fontainebleau (1813), sulla lunga “querelle” della dotazione dei Beni della Corona, sulla ambiziosa politica napoleonica dei travaux publics, sulla complessa organnizzazione dell’Istruzione pubblica sul modello francese, sui delicati momenti che precedettero il rientro in Roma di Pio VII. Ancora una volta obiettivo della indagine storica si rivela l’approfondimento delle relazioni, scambi epistolari e osservazioni, tra i responsabili dell’amministrazione romana e i vertici istituzionali francesi. Accanto alle fonti romane, i “rapports” del prefetto romano il conte Camille de Tournon inviati periodicamente a Parigi al ministro dell’interno Montalivet (Archives Nationales de France), ma anche la corrispondenza Miollis e le carte Janet conservate, queste ultime, presso l’archivio storico del Ministère des Affaires étrangères a Parigi. Se il sogno romano di Napoleone sconfinerà nei “fantasmi della monarchia universale” (la definizione è di V.E. Giuntella), è pur vero che la stagione della presenza francese in Roma segnerà profondamente in chiave modernizzante, l’insieme delle istituzioni finanziarie, economiche, amministrative e giudiziarie, tanto che anche il vertice della Curia romana non potrà non tenerne conto all’indomani della restaurazione.

Carla Nardi, Napoleone e Roma. dalla Consulta Romana al ritorno di Pio VII, www.cangemieditore.com

Per sapere tutto su Napoleone a Roma si consiglia una visita al Museo Napoleonico.