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Giovanni Lindo Ferretti al Locomotiv di Bologna

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Due musicisti ai lati del palco e l’ex cantante dei CCCP nel mezzo vestito da allevatore di cavalli. Le mani le tiene in tasca, ha il moicano e lo sguardo fisso davanti a sé, serio, enigmatico, rigoroso. La durezza di chi vive la montagna e la disciplina di un monaco. Ogni tanto, tra una canzone e l’altra, beve un sorso di vino. Qualche volta sorride anche, dal pubblico qualcuno lo chiama Gengis Khan.

Sul palco del Locomotiv di Bologna Giovanni Lindo Ferretti, ex cantante e paroliere di CCCP, C.S.I. e P.G.R. . Un concerto andato sold out qualche giorno prima della data e che ha accolto tra il suo pubblico i fan storici dei tempi di “Fedeli Alla Linea” e moltissimi giovani nati nel periodo  C.S.I..

Accompagnato come negli scorsi tour da Ezio Bonicelli e Luca A. Rossi (componenti degli Ustmamó), il concerto ha in scaletta pezzi provenienti dal repertorio del Consorzio Suonatori Indipendenti, alcuni brani tratti dal suo ultimo lavoro solista “Saga, il canto dei canti” uscito nel 2013 per Sony Music, e i classici dei CCCP.

Come negli scorsi “A cuor contento tour“, la veste musicale prende una forma elettrica e minimale fatta di chitarre distorte, violino e rare batterie elettroniche, andando ad esaltare il carattere sibillino e salmodiante dei versi di Ferretti.
La scaletta (differente da quella proposta negli anni scorsi), pur aprendosi con i pezzi più celebri del “cantore e scrivano” emiliano (concentrati nella prima parte del concerto “Mi ami?” “Per me lo so”, “Annarella” e altre) spesso tagliati nel testo e alterati nella melodia, che il pubblico canta a memoria, privilegia i brani più recenti e -con le dovute eccezioni, tutti intonano Pons Tremolans– più lenti e meno conosciuti, abbassando forse un po’ il ritmo del concerto. Ma d’altra parte, probabilmente, si tratta di una scelta consapevole tesa a valorizzare il nuovo immaginario e le nuove suggestioni che Ferretti vuole trasmettere ai suoi spettatori.

Come la musica anche la scenografia è minimale ed è composta esclusivamente da alcune rare luci, in qualche caso in movimento, proiettate su un telo bianco: è la parola, veicolata ed esaltata attraverso arrangiamenti a tratti cupi, a tratti quasi psichedelici, ad essere il centro dello spettacolo; è la parola a dar vita ad un’ atmosfera del tutto particolare e particolarmente godibile.

Un concerto piacevole e molto interessante, con pochi discorsi e molte parole, mai autoreferenziale: un appuntamento da non perdere per il pubblico di Giovanni Lindo Ferretti nelle prossime date del suo “A cuor Contento Tour 2018” .

  I nativi digitali sono già tra noi, arriveranno gli ufo robot, vogliono pace progresso e abbondanza, ogni giorno sarà festa, un’eterna vacanza.Nell’attesa per non stare con le mani in mano abbiamo fatto della Domenica un giorno qualsiasi.

Cittadine, cittadini,

felicitazioni!