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Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento.

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La mostra “Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento”, dal 7 dicembre 2017 a 22 aprile 2018 intende celebrare la nascita e la morte (trecento anni dalla nascita e duecentocinquanta dalla morte) di colui che è largamente considerato il padre dell’archeologia moderna e del Neoclassicismo settecentesco  articolando l’esposizione di centoventiquattro opere su tre sedi del grande polo museale, quali le Sale del Palazzo Caffarelli, le Stanze terrene di  sinistra e le Sale del Palazzo Nuovo.

Nello spazio dedicato del Palazzo Caffarelli, quello principale, sono presenti opere che testimoniano la fondazione del Museo Capitolino e dunque provenienti dalla collezione Albani, statue concesse dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda (un tempo esposte a Palazzo Albani alle Quattro Fontane), cartografie e disegni rappresentativi della Roma del 700 e ritratti di papi e personalità centrali della Roma del tempo; questa prima sezione si conclude infine con uno “spazio immersivo” (realizzato con l’ausilio di tecnologie di realtà aumentata e riprese video realizzate a Villa Albani Torlonia) a testimonianza degli aspetti più fondativi della vita e dell’attività di Johann Joachim Winckelmann.

Presso le Stanze terrene di sinistra, da poco  riaperte al pubblico, sono stati ricreati allestimenti espositivi che sembravano ormai perduti: elementi prima conservati nei depositi del museo e della Centrale Montemartini del quartiere Ostiense configurano adesso una visione in tutta la sua complessità della realtà settecentesca della fondazione e dei primi anni di vita del Museo, basandosi su disegni e rappresentazioni visive del periodo del Grand Tour.

Nelle grandi sale del Palazzo Nuovo (Scalone e Vestibolo della Galleria, La Stanza delle Miscellanee già Sala delle Colombe e la Stanza del Vaso già Sala del Galata) è stato predisposto infine un percorso interamente dedicato allo studioso tedesco, secondo le opere di Winckelmann pubblicate nel 1767, che valutavano stilisticamente e interpretavano i capolavori capitolini, per poi portare al concepimento di quello che sarebbe diventato il primo museo pubblico della Storia, modello che si sarebbe poi rapidamente diffuso nel resto d’Europa.

La celebrazione del precursore dell’estetica neoclassica non prevede solamente il culto “personalistico” di un importante studioso, ma anche la testimonianza di un procedere nello studio delle antichità che ancora oggi detta legge nel mondo: di fatto Winckelmann, accademico e studioso, aveva dato vita ad un luogo (il Museo) in cui era permesso fruire delle opere esposte secondo principi critici e scientifici ben definiti, allo scopo di accrescere l’erudizione diffusa sull’antichità  e la ricchezza di Roma.

La mostra promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale avrà luogo dal 7 dicembre 2017 al 22 aprile 2018 dalle 9.30 alle 19.30 presso i Musei Capitolini.