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“Afghanistan: il grande gioco” al Teatro delle Passioni, quando il teatro ti coinvolge totalemente

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Sul palco del Teatro delle Passioni di Modena dal 7 al 19 febbraio va in scena Afghanistan: il grade gioco, una produzione del Teatro dell’Elfo e di Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Se c’è una cosa che ci colpisce nel teatro angloamericano è la sua ostinata capacità di coinvolgere emotivamente e fin ludicamente lo spettatore, senza perdere nulla in fatto di qualità della scrittura: che si parli di aids, come accade in Angels in America, o di guerre civili e invasioni militari come accade qui, lo fa sempre in maniera coinvolgente e sorprendente. Questi cinque pezzi di teatro inglese – tre autori sono inglesi e due americani – che danno il via all’epopea di Afghanistan: il Grande Gioco, sono un esempio perfetto. Cinque storie avvincenti con venti personaggi: eroici o spaventati, smargiassi o ironici, crudeli, cinici, temerari, spietati o generosi, ma sempre molto affascinanti, sia nei quattro avvincenti ritratti di donna, dall’ottocento ai giorni nostri, che negli splendidi ruoli maschili. Grandi e piccoli protagonisti della storia inglese, afghana, pakistana e russa in quelle terre di confine aspre eppure bellissime.
Che cosa sappiamo di questo grande paese dell’Asia Centrale che ciclicamente occupa le prime pagine dei nostri giornali? Un paese che, in seguito all’attentato dell’11 settembre, è stato invaso per mettere fine al regime dei talebani, nel quale sono tutt’oggi presenti truppe italiane. Un paese che dall’Ottocento è terreno di scontro delle potenze mondiali per la sua posizione strategica.
Da questa domanda ha preso le mosse il Trycicle Theater di Londra, la più grande officina di teatro politico inglese, e ha costruito l’ambizioso progetto The Great game, uno spettacolo ‘day-long’ nel quale tredici tra i migliori autori inglesi raccontano i rapporti tra l’Afghanistan e l’occidente dal 1842 ai giorni nostri.
Il successo è stato clamoroso: tre mesi di tutto esaurito, repliche negli Stati Uniti (anche al Pentagono) e il generale David Richards, capo delle Forze armate in Afghanistan, che sul Times ne elogia la profondità di sguardo.
«Afghanistan, il Grande Gioco fa parte di quel teatro anglosassone che ci piace – precisano i registi Bruni e De Capitani – La storia dei rapporti tra Occidente e Afghanistan è metafora di tutti gli errori fatti in Medio Oriente e Asia anche per ignoranza: ci piace che venga raccontato un periodo di cui si sa poco ma ci coinvolge tanto, riaffermando l’idea di un teatro che parla di civiltà continuando a essere vivo».
Lo spettacolo di Bruni e De Capitani è diviso in due parti come lo era l’altrettanto ambiziosa impresa di Angels in America. In questa prima parte, in scena nel 2017, vedremo i testi di Stephen Jeffreys, Ron Hutchinson e Joy Wilkinson che riguardano il periodo 1842 – 1930 e i testi di David Greig e Lee Blessing che appartengono già al periodo 1979-1996, dall’invasione dell’Armata Rossa all’ascesa dei Talebani.

7, 8, 9, 10, 11, 15, 16, 17, 18 febbraio ore 20.00
12, 19 febbraio ore 15.30
14 febbraio ore 14.00