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Gianni, lo spettacolo che sfiora il cuore del pubblico all’ ITC di San Lazzaro

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L’ ITC di San Lazzaro di Bologna conclude brillantemente la Stagione teatrale con “Gianni“, spettacolo di e con Caroline Baglioni, vincitore del Premio Scenario per Ustica.

La vera storia di suo zio, Gianni, raccontata attraverso la voce e il corpo di una donna che vuole far vivere in mezzo agli uomini una storia che non ha avuto espressione. “La storia intima di Gianni Pampanini, dal basket al dolore della malattia, dei suoi desideri e confessioni registrate su nastro e consegnate come lascito in una scatola che accompagna Caroline Baglioni per ben dieci anni in cui riflette su connessioni mai avvenute e profonde prossimita’ con una figura solo evocata.” Un uomo, un grande sognatore che tra una sigaretta e l’ altra, trascorre molte giornate in una consapevole illusione: la sua. Forse il mondo lì fuori non è in grado di compensare la sua immaginazione. Forse quest’ ultima rimane l’ultimo centimetro da difendere a costo della vita. Caroline interpreta, negli stessi abiti, sé stessa da bambina, nella sua stanza che ascolta canzoni convinta e fiduciosa di poter stravolgere e cambiare il mondo, e lo zio mentre parla con Ringo, il cane che oggi, se avesse la parola, sarebbe la voce di una poeta vivente. “La totale realizzazione della personalità è nella follia completa” , ci dice Gianni.

Il messaggio intrinseco della giovane e talentuosa attrice perugina, è chiaro: nella vita, per trovare la felicità, basta accontentarsi di ciò che si ha, di piccole gioie quotidiane, di un sorriso alla mattina accompagnato da un bacio. Perché per non restare soli e stare bene “è sufficiente una scarpa taglia 46”. La sola Carolina ed una manciata di scarpe, compongono la scena sezionata dalle luci che cambiano colore e cambiano lo spazio.La dimensione scenica tocca “con mano”lo spettatore, coinvolgendolo in una sfera magica oltre il tempo. Il ritmo è scandito dagli stati d’ animo di Gianni/Caroline, alternato da pause che ricordano i rintocchi del cuore, e balli sfrenati che sprigionano tutta l’angoscia che una persona può accumulare nella sua vita. Ogni parola ed ogni sguardo del monologo sono studiati nel dettaglio, recitato in accento umbro che aiuta ad azzerare la connotazione vocale di genere. La musica è fondamentale in questo spettacolo di suoni, luci, movimento e colori fuori dall’ ordinario. L’ ultima: “space oddity” di David Bowie fa magicamente muovere ad ogni nota Caroline nella mente dello zio in una danza eterna: la danza della realtà. “Colpisce la trasformazione di un materiale biografico, intimo e drammatico in un percorso personale di ricerca performativa: la traccia audio originale di un’esistenza spezzata, come il testamento beckettiano di Krapp, ispira una partitura fisica, gestuale, coreografica in un efficace gioco tra due ambiti scenici che si rivelano esistenziali. Un lavoro sulla memoria individuale, capace di creare uno spazio di comprensione ed empatia che scuote lo spettatore.” E’ questa la motivazione della giuria del Premio  Scenario. E Il pubblico dell’ ITC ha tributato un successo pieno!

 

Alessandro Vellaccio