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La Compagnia dei Giovani e i “Sei personaggi” in mostra al Teatro Valle _ 25/28 aprile

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uigi Pirandello in mostraal Teatro Valle con Sei personaggi in cerca d’autore

Dal 25 al 28 aprile in esposizioneil secondo allestimento della mostra MANICOMIO! MANICOMIO!

dedicato alla prima ripresa moderna di Giorgio De Lullo con la Compagnia de Giovani nel 1964: una messinscena sobria,

apparentemente semplice, incentrata sulla forza e la verità dei sentimenti a contrasto con la superficialità dell’Italia del dopoguerra e del boom.

Ne disse il grande critico De Monticelli: «Vedremo ancora in Italia dei grandi spettacoli, certo, ma non credo che sentiremo mai

più recitare così con quella grazia straziata e ferma, quell’eleganza dolorosa e leggera».

GIORGIO DE LULLO

La Compagnia dei Giovani e i Sei personaggi

La mostra è realizzata dal Teatro di Roma

Il 26 aprile l’allestimento sarà accompagnato dalla proiezione di un filmato d’epoca della messinscena di Giorgio De Lullo.

Dal 25 al 28 aprile al Teatro Valle inaugura la seconda sessione espositiva della mostra MANICOMIO! MANICOMIO! SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE DI LUIGI PIRANDELLO, dedicata alla messa in scena diGiorgio De Lullo, prima ripresa moderna e filologica del testo portata sul palco dalla Compagnia dei Giovani nel1964. «Vedremo ancora in Italia dei grandi spettacoli, certo, ma non credo che sentiremo mai più recitare così con quella grazia straziata e ferma, quell’eleganza dolorosa e leggera» scriveva nel 1981 sul Corriere il grande critico Roberto De Monticelli, ricordando il regista Giorgio De Lullo e il gruppo di attori della Compagnia dei Giovani. Divenuta archetipo e riferimento per tutte le messe in scena successive, la versione dei Sei personaggi in cerca d’autore di De Lullo segnò la storia del testo per la sua rappresentazione sobria, apparentemente semplice, incentrata sulla forza e la verità dei sentimenti a contrasto con la superficialità dell’Italia del dopoguerra e del boom di quegli anni. Giorgio De Lullo, maestro della regia e allievo eccellente di Luchino Visconti, aveva da lui ereditato l’abitudine alla ricerca della perfezione, che lo spinse sempre a condurre un lavoro accuratissimo con la Compagnia dei Giovani, allora nemmeno trentenni, approdando a risultati che finirono per lasciare un segno profondo nel teatro, e che ancora oggi mantengono intatta la loro potenza. «Fin dai Sei personaggi, ho cercato di liberare Pirandello dalla maniera in cui veniva imprigionato – scriveva De Lullo– dalle assurde sottolineature del tono raziocinante del discorso, dal ‘pirandellismo’ in definitiva […]. Ho creduto necessario presentare un Pirandello europeo, e cioè sottrarlo all’atmosfera culturale e al teatro in cui egli stesso operò. Perché in realtà Pirandello è un autore che come forse nessun altro ha espresso i problemi di fondo del nostro secolo, problemi che sono di tutte le società e di tutti i Paesi, al di sopra di qualsiasi differenza politica e sociale». De Lullo presenta una regia piana senza grandi effetti con i personaggi che escono dal buio del fondo della scena, come previsto nella prima versione del lavoro del 1921, e capace di puntare sulla recitazione, su un modo modernamente borghese di dire, di dar vita al linguaggio particolare di Pirandello, di dargli verità con la forza dei sentimenti. Ne risultava una «delle rappresentazioni più chiare e insieme patetiche di questo dramma stupefacente», come scrisse Sandro De Feo. Tra il 1963 e il 1974 sono sette i lavori di Pirandello portati in scena dai Govani: dopo Sei personaggi in cerca d’autoreIl giuoco delle partiL’amica delle mogli,Così è (se vi pare)TrovarsiTutto per bene Enrico IV, tutti appuntamenti rimasti storici per la capacità di riproporre l’opera pirandelliana puntando sulla forza della parola, sulla sua capacità di farsi, sul palcoscenico, vita ed emozione. Il tradizionale razionalismo dell’autore diventava così un filosofico interrogarsi sul senso della vita e del nostro essere sociale, sfumandone il realismo con una nota antinaturalistica e una stilizzazione estetica. Questo fu possibile non solo per il lavoro di De Lullo, ma anche per la qualità alta di tutti gli attori, tra cui spiccava Romolo Valli (grande animatore e organizzatore del gruppo), capace appunto di pirandelliane geometrie come di nevrotiche perplessità, grazie a uno sguardo al fondo sempre ironico, inquieto e moderno. Essenziale fu il rapporto fra il primo attore e Pier Luigi Pizzi, scenografo e costumista di simmetrica eleganza, capace di giocare con le luci e il nitore per Il giuoco delle parti, come con l’oscurità e i neri luttuosi per i Sei personaggi in cerca d’autore.