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LA RISCOPERTA DELLA BELLEZZA: IL GIOCO DELL’AMORE E DEL CASO A VILLA MEDICI

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Il 28 Gennaio 1730 venne allestita la commedia Il gioco dell’amore e del caso di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux, il successo fu assicurato e il pubblico della residenza reale si ritrovò completamente immerso nelle vicende che si intrecciavano sulla scena , proprio come i labirintici giardini di Versailles.

Questa magia torna in vita in altri giardini dal 10 al 20 Luglio quelli  romani di Villa Medici che sovrastano la città e catapultano lo spettatore in una dimensione atemporale. 

Un intreccio in apparenza semplice e classico: un matrimonio, un innocente inganno, uno scambio di ruoli, diventa un efficace guida ai meccanismi dell’innamoramento, le sue ombre, i suoi pericoli, ma anche le sue vie inesorabili, il cui percorso è inevitabile.

Il contraltare è perfetto fra la leggerezza farsesca della coppia di servi e la delicata ironia dei due amanti nobili rendono la rappresentazione squisita dall’inizio alla fine. Dorante e Silvia,  che pur negli umili panni dei servitori non perdono la loro grazia, lei, amante coscienziosa e discreta, corteggiatore elegante e raffinato lui.  Al tempo stesso Lisetta e Arlecchino che nelle pomposi vesti dei padroni sembrano caricaturali marionette, ma commuovono per la trasparenza dei loro sentimenti.

Accompagnate dal suono dal flauto traverso di Margot Mayette e dalle sue composizioni, che si affacciano ad ogni finestra, ad ogni porta gli attori diventano creature fiabesche, anche grazie ai colori brillanti dei loro vestiti che splendono sotto la luce della luna che timidamente compare durante lo spettacolo, come protagonista imprescindibile della scena.

La sorpresa del pubblico è costante, completamente abbracciato dai personaggi che cambiano la lingua dell’interpretazione con estrema naturalezza, come cambiano i ruoli, da servi a padroni, dal francese all’italiano si perdono i momenti di transizione.

Entrano in scena da angoli inaspettati,  le porte del palazzo di Villa Medici, le finestre, addirittura il labirinto nel giardino, da cui compare Dorante a cavallo vestito di bianco, quasi un cavaliere cortese, che fa della conquista della sua donna la sua missione.

Lo spettacolo messo in scena dalla regia rigorosa ma fresca e avvincente di Muriel Mayette-Holtz è un invito alla leggerezza e alla rivalutazione del termine, un ritorno ai tempi delle commedie di Marivaux, in cui leggerezza voleva dire fuga dalla volgarità della vita quotidiana, ma solo per poter imparare a dominarla meglio in tutte le sue difficoltà, soprattutto l’amore e tutte le sue insidie e le sue gioie.

Gli attori in scena riescono a restituire la ricerca di grazia del teatro francese, si muovono eleganti negli spazi del giardino e danno nuova linfa a personaggi classici, senza sconvolgerli, rendendo chiaro che il teatro per emozionare non ha bisogno di trasformarsi, ma di abbracciare la bellezza, proprio come gli interpreti de Il gioco dell’amore e del caso a Villa Medici fanno.

 

Mila Di Giulio