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“Malvagio”, tra Beccaria e Hannah Arendt al Teatro delle Moline

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Siamo all’interno di una scuola di provincia durante una riunione straordinaria con la preside e con un rappresentante dei genitori, due insegnanti, un bidello: ma manca qualcuno, Malvagio, un personaggio misterioso, di cui non si conosce realmente la colpa. Ci si interroga allora su cosa abbia fatto, su quale sia o meno la punizione che merita. Le domande si innescano fra i personaggi in scena: conflitti privati e non, idee contrastanti pronte a essere ribaltate, teorie più o meno scientifiche che forse, inconsciamente, nascondono un pregiudizio. L’escalation di “malvagità” porterà alla soluzione finale, la migliore per i presenti all’incontro, forse l’unica.

Uno spettacolo che affonda le radici nelle nostre paure quotidiane, nel nostro personale senso di giustizia, nel detto, nel non detto e nel sentito dire. Un piccolo ritratto sull’idea di liceità che prende spunto anche dalle suggestioni dei cittadini della bassa modenese, sviluppate e raccolte durante i laboratori di teatro partecipato di TiPì– Stagione di Teatro Partecipato.

«La legalità è insieme rispetto e pratica delle leggi – scrive la compagnia – è l’anello che salda la responsabilità individuale alla giustizia sociale, l’io e il “noi”. Per questo non bastano le regole. Le regole funzionano se incontrano coscienze critiche, responsabili. Malvagio indaga, da una parte, il rapporto odierno con il sistema-leggi e con i principi etici dei singoli, dall’altra la genesi del male e la sua manifestazione».

Lo spettacolo prende spunto da due testi cardine: Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria e La banalità del male di Hannah Arendt, che diventano un punto di partenza per discutere del senso della legge, in un’epoca che pare stia dimenticando quei valori trasmessi dai principi dell’Illuminismo. «Eppure a inizio ‘900 Gilbert Chesterton – continua la compagnia – analizzando l’affondamento del Titanic, riconosceva il primato della morale come legge interiore; tanto forte da spingere gli uomini a bordo della nave a lasciare posto sulle scialuppe a donne e bambini pur in mancanza di un ente giudicatore. La legalità è forse insita nel cuore umano? Fin dove le azioni del singolo sono da correlarsi col sentire comune? Dove finisce la mia libertà e inizia la tua?».

Teatro delle Moline

Via delle Moline 1/b

da venerdì 16 a domenica 18 marzo

venerdì ore 20.30 | sabato ore 20 | domenica ore 16.30