Al Teatro Arcobaleno, stabile del classico, fino al 31 maggio 2015 la compagnia Mauri-Sturno porta in scena “Molto rumore per nulla” di W. Shakespeare, con la regia e l’adattamento di Ilaria Testoni.
Si direbbe che la rivisitazione oggi sia diventata, non solo una consuetudine ma, per giunta, un passaggio obbligato, che è necessario attraversare per rendere appetibile un testo.
La regista al taglio dei personaggi minori ha aggiunto una novità: Leonato, governatore di Messina e padre di Ero è trasposto nella madre della ragazza, Donna Lea. Inoltre, per movimentare il rapporto attori/spettatori sono stati inseriti elementi metateatrali, come domande e commenti rivolti direttamente al pubblico o l’evidente dimenticanza di alcune battute da parte del personaggio di Donna Lea.
Tuttavia appare ingiustificata la scelta di far vestire a quelli che, di nome, restano il Principe d’Aragona Don Pedro e i nobiluomini Claudio e Benedetto i panni dei corsari, per giunta con uno smaccato, e dunque ancor più incomprensibile, riferimento al film “Pirati dei Caraibi”.
Nei costumi femminili, invece, quella che potrebbe essere un’apprezzabile sobrietà rasenta piuttosto la stringatezza ma a compensarla ci sono il brio e la verve delle interpreti dei ruoli di Beatrice (Laura Garofoli) e Donna Lea (Barbara Lo Gaglio).
Se è vero che le società cambiano e con esse il modo di fare teatro, perché non c’è teatro senza pubblico, non per questo bisogna dare agli spettatori unicamente ciò che si aspettano o ciò che, si è sicuri, colpirà immediatamente nel centro. Ben venga la rivisitazione ma unicamente laddove questa sia in grado di apportare al lavoro maggior bellezza o maggior profondità di riflessione.
Nel complesso, comunque, uno spettacolo piacevole che non fa venire voglia di mettere mano all’orologio.