Per i suoi sessantacinque anni, come ama dire, si è regalato un libro. Gli basta così. Lo ha scritto per Newton Compton con Corrado Ruggeri e il titolo è trasparente solo per chi coscosca, almeno per sentito dire, la straordinaria vicenda umana di Roberto Wirth, principe degli albergatori romani, proprietario e direttore dell’Hotel Hassler che domina la scalinata di Trinità dei Monti. Il resto è tutto da scoprire. Ne Il silenzio è stato il mio primo compagno di giochi, l’elegante signore dell’Hassler, discendente di una grande famiglia di albergatori svizzeri radicatasi a Roma, promette di raccontare la sua “storia vera”, e s’intuisce che lo fa con l’obiettivo non solo di raccontarsi, ma anche e forse soprattutto di spiegare come si può farcela, senza cedere alle difficoltà, anche se nella vita si entra svantaggiati.
E svantaggiato Roberto Wirth lo è stato sul serio, anche se da tempo a chi gli dice “mi dispiace” risponde: “a me no, chi se ne frega”. Ci vuole coraggio, determinazione, intelligenza, per non abbattersi se si nasce, come lui, sordo profondo. Neppure la famiglia pensava che potesse realmente fare l’albergatore, e a quale livello! Mestiere di relazioni, comunicazioni… Eppure, senza mai sentirsi diverso, è riuscito a guidare gli alberghi, anche negli Stati Uniti, per concentrarsi poi, da 34 anni, sul gioiello romano. Una vita di lavoro, di successi, e anche di impegno sociale. Non vuole regali per il suo sessantacinquesimo compleanno. Piuttosto suggerisce con cortesia di sostenere il “Centro Assistenza per Bambini Sordi e Sordociechi” di Via Nomentana 56, la onlus romana che presiede. Perché anche loro ce la possano fare.
www.cabss.it (Centro Assistenza Bambini Sordi e Sordociechi)