Dopo il consenso riscosso lo scorso 30 ottobre con l’esecuzione della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, Fabio Luisi – direttore principale dal 2011 alla Metropolitan Opera House di New York – ritorna al Teatro di San Carlo, per dirigere i complessi artistici del Massimo napoletano. Il doppio appuntamento è sabato 21 novembre alle ore 20.30 e domenica 22 novembre alle ore 18.
L’ultimo ricordo di Fabio Luisi sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro di San Carlo risale alla stagione 1987/1988, in occasione de I Puritani di Vincenzo Bellini, con Lucia Aliberti, Rockwell Blake, Ambrogio Riva, Mario Luperi, Vinson Cole, Mario Ferrara.
La Resurrezione, capolavoro unanimemente riconosciuto, richiese sei lunghi anni di gestazione, dal 1888 al 1894, e trovò titolo e forma definitivi dopo i funerali del direttore d’orchestra Hans von Bülow, avvenuti ad Amburgo il 29 marzo 1894, durante i quali Gustav Mahler rimase folgorato dal corale Risorgere di Friedrich Gottlieb Klopstock (1724 – 1803). Di lì a pochi anni (1897) iniziò il processo di conversione del compositore, dall’ebraismo al cattolicesimo.
I dilemmi, i drammi interiori di un uomo ‘tre volte senza patria, boemo tra gli austriaci, austriaco tra i tedeschi, ebreo in tutto il mondo, ovunque un intruso, uno straniero’ emergono anche in questa sinfonia, la prima in cui si innesta il canto, e la prima per la quale il compositore attinge al testo Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo); i contrasti, le dimaniche accese, i forti chiaro-scuri, le complesse architetture sonore prendono vita fin dal primo movimento Totenfeier (celebrazione della morte) -inizialmente il titolo immaginato dall’autore per l’intera sinfonia- e si dischiudono in una soluzione continua, che trascina l’ascoltatore fino alla rivelazione finale, ad una corale piena di empatia e all’ultimo movimento Im Tempo des Scherzo (Wild herausfahrend – Langsam), quasi a ricordare le suggestioni impresse dal Die Auferstehung di Klopstock.
Dopo diverse traversie, giudizi contrastanti, molti ripensamenti, (anche dopo una parziale esecuzione, dei primi tre movimenti, avvenuta nel 1895, per volontà di Richard Strauss), solo nel 1901, a Dresda il capolavoro venne compreso in tutta la struttura e per la forte unitarietà.