Giovedì 17 settembre al Teatro Argentina Mario Perrotta va in scena con “Milite ignoto – quindicidiciotto” ispirato alle testimonianze dei soldati della Grande Guerra. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed inaugurerà il “Premio Pieve Saverio Tutino” dell’Archivio diaristico nazionale, riservato alla raccolta di memorie, diari epistolari e scritture autobiografiche inedite degli italiani.
Lo spettacolo muove dalla riflessione sulla trincea come metafora della perdita di identità, infatti da questo momento in poi il milite sarà “ignoto”, senza né più volto né nome né cognome. Ma anche il nemico è ormai ignoto perché non si guarda più negli occhi chi si sta per colpire a morte in un combattimento corpo a corpo, perché bombe e proiettili partono dall’anonimato della trincea e non si ha più un volto da maledire mentre si esala l’ultimo respiro. Nella trincea si incontrano veneti, sardi, piemontesi, siciliani, pugliesi, lombardi e per questo Perrotta nel dar voce ai loro ricordi e alle loro sofferenze usa una lingua d’invenzione che impasta tutti i dialetti della nostra penisola. Insomma, Mario Perrotta racconta uno dei primi veri momenti di unità nazionale che fu un’esperienza umana e politica prima che militare. Lo spettacolo, che tornerà in scena dall’1 al 6 dicembre 2015, stavolta al Teatro India, è ospitato dal Teatro di Roma nell’ambito del progetto Guerre/Conflitti/Terrorismi che – nell’anno del centesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia – prevede vari spettacoli in cartellone e di seguito ne citiamo alcuni.
Il Teatro India ospiterà dal 25 al 29 novembre “Trincea” scritto ed interpretato da Marco Baliani; dal 15 al 19 gennaio 2016 si passeranno in rassegna gli anni di piombo con “Figli senza volto” della compagnia Animanera; dal 27 aprile all’8 maggio “Chiudi gli occhi”, scritto, diretto ed interpretato da Patrizia Zappa Mulas, racconterà la storia di Ameneh attraverso gli occhi di un Occidente che si misura con l’incubo della violenza sulle donne; ancora, dal 28 al 30 aprile “Frendly Feuer – una polifonia europea” di Marta Gilmore e dal 12 al 29 maggio si chiuderà in bellezza con “Punk Islam”, racconto di giovani ragazzi convertitisi all’Islam, diretto da César Brie e prodotto dal Teatro di Roma. Sullo stesso filone al Teatro Argentina dal 13 al 17 aprile andrà in scena la compagnia Teatro delle Albe che ha guardato ad Oriente per raccontare “Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi”.