Poco conosciuto ma imperdibile. È il giardino giapponese, uno dei tanti piccoli luoghi di fascino di Roma. Si tratta del giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura, che ha sede vicino alla Galleria Nazionale di Arte Moderna. Il giardino è stato realizzato, su terreno in concessione dal Comune di Roma secondo accordi diplomatici, dal noto architetto Ken Nakajima, responsabile anche del progetto per l’area giapponese presso l’Orto Botanico di Roma. Nel giardino, il primo realizzato in Italia da un architetto giapponese, compaiono tutti gli elementi essenziali e tradizionali del giardino di stile sen’en (giardino con laghetto), che ha raggiunto l’attuale splendore perfezionandosi attraverso i periodi Heian, Muromachi (XVI-XVII sec.) e Momoyama (fine XVII sec.): il laghetto, la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e la lampada di pietra, tôrô. La veranda, tsuridono, che si protrae sul laghetto è uno dei migliori punti per godere la vista del giardino. Tra le piante presenti si trovano il ciliegio, il glicine, gli iris e i pini nani. Le pietre che formano la cascata provengono dalla campagna toscana. Il giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma è piccolo – si percorre in pochi minuti – ma comunque nella norma: la cultura giapponese rinuncia al gigantismo, specialmente quando l’ispirazione viene dalla natura, cui l’uomo guarda con ammirato rispetto senza avere la pretesa di sfidarla. Il giardino è aperto al pubblico, su prenotazione, in autunno (dal 30 ottobre) e poi di nuovo in primavera, e in quell’occasione lo spettacolo dei ciliegi in fiore, brevissimo quanto splendido, varrà sicuramente la pena. La palazzina dell’Istituto, edificata nei primi anni 60 del XX secolo con tecniche moderne su progetto dell’architetto Yoshida Hisoya, richiama tuttavia nell’estetica una dimora signorile dell’epoca Heian (IX-XII secolo) e si inserisce armoniosamente nell’ambiente, dominando dall’alto la spianata di Valle Giulia.
Info per le visite guidate: www.jfroma.it