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“L’Heure Exquise” con Alessandra Ferri per celebrare i quarant’anni di carriera

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Alessandra Ferri at Excelsior Studios, London on February 07 2021. Photo: Amber Hunt

Con L’Heure Exquise, basato su Oh, les beaux jours (Giorni felici), uno dei momenti più alti del teatro di Samuel Beckett, Alessandra Ferri celebra i quarant’anni di carriera interpretando un ruolo significativo, giusto e emozionante per l’artista che è ora: Winnie, la ballerina “âgée” immaginata da Maurice Bejart nel 1998 per Carla Fracci che nella sua malinconica solitudine vive nei gioiosi ricordi dei suoi giorni felici.

Il debutto venerdì 4 giugno in prima assoluta alle ore 21:30 al Teatro Alighieri per il Ravenna Festival (repliche sabato 5 e domenica 6). Successivamente L’Heure Exquise andrà in scena il 13 e 14 settembre al Teatro Carignano nell’ambito di Torinodanza, proprio lo stesso festival per cui ventitré anni fa fu creato dal maestro marsiglese.

Willy, il Lui all’epoca impersonato da Micha van Hoecke e ora da Carsten Jung dell’Hamburg Ballet di John Neumeier, è un ex-partner di Lei, sommersa non dalla famosa collina di sabbia, ma da una montagna di vecchie scarpette da punta.

Un altro personaggio femminile per Alessandra Ferri, come Virginia Woolf, Eleonora Duse e Léa di Chéri, tutte donne eccezionali che appartengono a questo capitolo della sua vita.

 

Tutti i grandi musicisti hanno fatto delle “variazioni” su un tema di un altro grande…

Variazioni di Brahms su un tema di Haydn, di Chopin su un tema di Mozart, di Beethoven su Diabelli, e così via.

Io mi sono permesso di lavorare su una pièce tra le più importanti del ventunesimo secolo: “Oh,les beaux jours!”

In verità non si tratta di un adattamento danzato ma di un lavoro di composizione fedele allo spirito dell’autore e tuttavia nel contesto di una creatività puramente astratta e coreografica.

La musica è un montaggio su temi di Webern in primo luogo, ma anche di Mahler e di Mozart. I pochi testi sono delle parole pronunciate da una ballerina nel momento della danza o del riposo.

Infine il SILENZIO: l’elemento principe di questa liturgia.

                                                                                                                             Maurice Bèjart