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Manu Chao, il Bob Dylan sudamericano, canta la sua rabbia a Vulci

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24/03/09 El cantante y activista social Manu Chau en rueda de prensa ofrecida el dia de hoy donde hablo de muchos temas entre ellos musica, politica y cine.
venerdi 31 luglio nel Parco Naturalistico Archeologico di Vulci a Montalto di Castro in provincia di Viterbo,a meno di un’ora da Roma e facilmente raggiungibile da tutta l’Italia Centrale,un concerto straordinario con l’’inconfondibile sound di Manu Chao La Ventura,. Conclusa la missione in America Latina culminata con il concerto nel cuore della giungla in sostegno al progetto Ama-Zonas (promosso dal collettivo Jaguar e da numerose associazioni del territorio per sensibilizzare il pericolo imminente di distruzione del polmone verde del pianeta), ed a Buenos Aires, con la mostra “M.A.N.W.O.Z.” realizzata insieme al disegnatore e caricaturista polacco Jacek Wozniak, Manu Chao La Ventura torna a calcare i palchi europei . Manu Chao è stato la voce dei Mano Negra, lo storico gruppo francese che lanciò il rock latino, in bilico tra punk stile Clash e ritmi sudamericani. E con “Clandestino” – oltre quattro milioni di copie vendute – ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Un successo enorme che ha anche un retroscena politico, visto che Manu Chao è diventato presto una delle icone delle nuove generazioni e anche del “Popolo di Seattle”: centomila persone accorsero ad ascoltarlo nello Zocalo, la più grande piazza dell’America Latina, la stessa in cui il subcomandante Marcos terminò la sua marcia della speranza. Una folla di peruviani, boliviani, ecuadoriani, messicani lo acclama come il “Bob Dylan latinoamericano”, rappresentandolo come un guru delle loro rivendicazioni sociali.
Sul palco con Manu Chao nel concerto al Parco di Vulci: al basso,Jean Michel Gambeat, alla chitarra,Madjid Fahem e alla batteria il fido Philippe Teboul con lui dai tempi dei Mano Negra.
L’area del concerto è situata all’interno del parco di Vulci.Il parco naturalistico archeologico di Vulci comprende i resti della città etrusca e di quella romana ed è una delle poche aree archeologiche in cui si può coglliere nella sua interezza l’articolazione di un centro antico : la città al centro le necropoli intorno e i santuari lungo le strade urbane ed extraurbane. Numerosi sono i percorsi naturalistici tra cui , di estrema suggestione, quello che corre lungo la valle del fiume Fiora, fino al laghetto del Pellicone . All’interno di percorsi protetti si attraversano estese zone a pascolo, ancora popolate dalla vacca maremmana e da cavalli bradi . E’ inoltre possibile avvalersi di guide ambientali e archeologiche per visitare la tomba François , la tomba delle iscrizioni e il museo archeologico di vulci , allestito all’interno dell’antico castello della Badia .Oltre ai consueti percorsi, si organizzano su prenotazione percorsi di trekking , visite al parco in mountain-bike. Si può inoltre visitare l’area urbana di notte , apprezzando il suggestivo gioco di luci che illuminano i monumenti.