GUBBIO – “Di feste e di rievocazioni medievali locali ce ne sono anche troppe in Italia. Ma tra le sagre e le saghe c’è spazio per qualcosa d’altro. La nostra iniziativa ha scelto Gubbio come teatro ideale, senza per questo rinunciare ad un robusto impianto culturale e ad un respiro europeo”. Così Federico Fioravanti sul I Festival del Medioevo in programma dal 29 settembre al 4 ottobre prossimi a Gubbio, in Umbria. B in ROME lo ha contattato per parlare con lui dell’origine, delle finalità e delle aspettative dell’evento culturale presentato il 9 settembre nella sede Rai di viale Mazzini a Roma.

Federico Fioravanti, Presidente dell'Associazione Festival del Medioevo
Federico Fioravanti, Presidente dell’Associazione Festival del Medioevo

Federico Fioravanti, quando e come è nata l’idea di una manifestazione dedicata al Medioevo? È nata qualche anno fa come conseguenza del tentativo di guardare alla Umbria medievale con rinnovato stupore. Non soltanto alle opere d’arte che continuano ad emozionarci e che conserviamo nei musei, ma anche alle case che abitiamo, alle vie che percorriamo con indifferenza, alle piazze in cui ci incontriamo normalmente, alla stessa lingua da cui siamo sempre più parlati. Allora ciò che appariva domestico si è fatto in qualche modo estraneo, l’esito di un’audacia grandiosa e quasi temeraria da difendere e valorizzare attraverso un continuo dialogo che ne sveli il volto al di là dei pregiudizi e dei luoghi comuni, ma che ne faccia anche una risorsa per affrontare con più consapevolezza e fiducia le sfide che il presente ci pone. Ma perché un Festival? Per tanti motivi che sarebbe qui complesso riassumere. Diciamo che la formula del festival realizza meglio di altre la nostra aspirazione di coinvolgere il maggior numero possibile di persone in una narrazione a più voci su dieci secoli di storia che sia divulgativa senza per questo cadere nella banalizzazione, nella convinzione che la conoscenza sia è l’unico bene dell’umanità che, diviso tra tutti, diventa più grande anziché diminuire. Come giustifica la scelta di Gubbio come sede della manifestazione? È ovvio che molte città umbre e italiane avrebbero potuto ospitare degnamente il Festival del Medioevo. Ma credo che la scelta di una delle città medievali più belle e meglio conservate d’Italia non abbia bisogno di essere motivata. Da giustificare sarebbe stato semmai il mancato accoglimento dell’invito da parte del professor Augusto Ancillotti di realizzare il progetto nella città in cui svolge il ruolo di Assessore alla Cultura. Naturalmente, poi, per dare un imprimatur anche scientifico all’operazione abbiamo lavorato di concerto con Atenei ed Istituti, primo fra tutti il CISAM, il Centro Italiano di Studi Alto Medievali di Spoleto presieduto dal professor Enrico Menestò, uno dei tanti illustri medievisti presenti al Festival. Che senso dà alla sua iniziativa? Il senso di una iniziativa essenzialmente culturale, ma anche quello di una grande operazione di marketing. Ovviamente la cultura è qualcosa che ognuno di noi è chiamato a conquistare ogni giorno, cercando di migliorarsi. Ma l’eredità culturale è realmente la nostra grande, forse unica, risorsa. E non si capisce perché non debba avere delle ricadute pure economiche sul territorio in cui si realizza. Mi rendo conto che si tratta di un’operazione assai ambiziosa, però credo fermamente che possa diventare, come ha detto in sede di presentazione il sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, l’evento principale della città di Gubbio, contribuendo a farne una piccola capitale del Medioevo a livello internazionale, perché dal prossimo anno il Festival si molto di più all’Europa. “Alle radici dell’Europa” è proprio il tema di quest’anno… È nel Medioevo che affonda le radici quel processo lungo e tortuoso attraverso il quale si delineano certe organizzazioni dello spazio e del tempo, certe visioni del mondo e della vita, certe caratteristiche del modo di pensare e di agire che definiscono la specifica identità dell’Europa come oggi la conosciamo. Compresa quell’attributo fondante che sta nella pluralità, spesso problematica, delle sue radici. Un tema vastissimo, i cui mille aspetti fanno il paio con i mille anni di storia, motivando al tempo stesso la molteplicità dei punti di vista dai quali verrà affrontato durante la cinque giorni eugubina. Cosa augura al Festival del Medioevo Quello che si augura a qualsiasi nostra creatura: che cresca sana e forte in modo da affermarsi sempre più come risorsa e punto di riferimento per la conoscenza, la valorizzazione e la conservazione delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un periodo culturale che continua a determinarci dal profondo.

Info: www.festivaldelmedioevo.it

Il programma: href=”http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/programma/”>http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/programma/

Possono interessare anche:

https://binrome.com/featured/una-finestra-sulla-storia-il-passato-torna-in-vita-con-il-festival-del-medioevo/

https://binrome.com/eventi/medio-evo-in-festival-cultura-e-piaceri-tra-le-antiche-mura-di-gubbio/

Per dormire a Gubbio: http://www.parkhotelaicappuccini.it
Tutti i libri sul Medioevo: www.fotolibrigubbio.it