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MEDIOEVO/IL FESTIVAL. Chiara Frugoni e la modernità dell’età di mezzo

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GUBBIO – Il fine settimana sembra essersi accordato con il sole per incrementare la già ricca partecipazione di pubblico al Festival del Medioevo in svolgimento a Gubbio. In tanti hanno preso d’assalto le suggestive sedi nelle quali la manifestazione ha trovato degna ospitalità. Prima fra tutte il convento consacrato a San Francesco, qui giunto appena dopo la rinuncia ai beni paterni e una decina di anni prima di incontrare il Sultano d’Egitto all’inizio della quinta crociata, nel 1219. Stando almeno ai manuali di storia, che ci hanno insegnato a numerare quelle imprese militari combattute dai cristiani d’Europa contro i musulmani allo scopo di riconquistare il Santo Sepolcro di Gerusalemme di cui Giuseppe Legato e Marina Montesano hanno invece tenuto a restituire la continuità, così come la straordinaria complessità religiosa, politica, sociale ed economica. Ciò a conclusione degli interventi mattutini aperti da Salvatore Pezzella, che ha parlato delle piante curative, e proseguiti da Patrizia Castelli, che ha tratteggiato la figura di Federico da Montefeltro, e da Attilio Bartoli Langeli, che ha tenuto la quarta parte del quotidiano corso di paleografia e diplomatica coadiuvato oggi da Eleonora Rava.
Giusto un assaggio della molteplicità di punti di vista sul luminosissimo Medioevo a cui Federico Fioravanti ha saputo dar forma insieme al Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo degnamente presieduto da Enrico Menestò. Tanto che nemmeno le tinte foschissime d’un noir come “L’abbazia dei cento delitti”, al centro della relazione pomeridiana di Marcello Simoni, sono riuscite ad attenuare il senso di floridezza e di rigoglioso sviluppo dell’età di mezzo emerso sin dal titolo dell’intervento a due voci di Maurizio Amoroso e Maurizio Calì, “Prosperity Italy 1434”, degno antipasto alla tutt’altro che misera dieta del monaco ricostruita da Patrizia Biscarini.
Questa la conclusione di una giornata che si è anche avvantaggiata delle competenze di Francesco Santi e Francesco Zambon sul Santo Graal (al centro di una mostra d’arte contemporanea alla Chiesa dei Falegnami) e di Giuseppe Ligato e Sonia Merli sulle leggende relative ai Templari. Contributi ospitati nella Sala Trecentesca del Palazzo Pretorio. Qui, dove gli eugubini sono soliti omaggiare le grandi personalità della cultura non solo italiana, e dove ancora si riuniscono per decidere i loro destini, la quarta giornata del Festival del Medioevo ha vissuto il suo momento clou. A raccontare il suo Medioevo è stata infatti Chiara Frugoni. Ed è stato salutare, tra tante smitizzazioni a volta “mitizzanti”, vedere la grande medievista materializzarsi ai sensi dei tanti che la conoscevano soltanto dalle pagine dei suoi libri e calarsi in un ambiente giunto a noi dal Trecento, nel quale riconosciamo, pur negli inevitabili mutamenti dei secoli, il segno di un Medioevo non solo autentico, ma tutt’altro che immaginario, e sotto molti profili più “moderno” di quanto comunemente si immagini.