GUBBIO – “Festa popolare con manifestazioni di arte, cultura, folclore”. Così il dizionario definisce il sostantivo maschile festival, facendolo derivare dal tardo latino festivalis (dies) ‘giorno festivo’. Un’origine ben nota a Federico Fioravanti, che ha voluto fissare la conclusione del Festival del Medioevo al 4 ottobre, ricorrenza della morte di San Francesco d’Assisi. Un giorno segnato in rosso sul calendario dai medievisti succedutisi al tavolo dei relatori presso la Sala Trecentesca del Palazzo Pretorio nel corso di quest’ultima mattinata della manifestazione. A cominciare da Stefano Brufani e Grado Giovanni Merlo, che alla figura di Francesco d’Assisi hanno dedicato l’incontro organizzato dal Centro Italiano Studi sull’Alto Medioevo. È stato proprio il presidente di questo prestigioso sodalizio, Enrico Menestò, a proseguire il discorso ricordando la figura dello studioso della cristianità, della spiritualità e delle esperienze mistiche medievali Claudio Leonardi, l’insigne storico, filologo e latinista scomparso cinque anni or sono al termine di una carriera che ha saputo produrre opere fondamentali per lo studio del francescanesimo come, tra le altre, Francesco e Chiara d’Assisi (2002) e Le vite antiche di S. Francesco (2005). A Jacques Dalarun il compito di concludere le sessioni mattutine della manifestazione con “La vita ritrovata di Francesco di Assisi”, relazione della sorprendente scoperta, già annunciata con una intervista rilasciata all’Osservatore Romano, di un piccolo codice manoscritto sconosciuto agli studiosi recante la seconda più antica Vita del santo di Assisi.
Un anticipazione del pomeriggio al Refettorio del convento di San Francesco, teatro al tempo stesso di alcune delle esposizioni del Festival del Medioevo, delle quali fa parte Sacro Graal. Il calice dei calici: il DNA dell’immortalità, la mostra d’arte ceramica contemporanea realizzata presso la Chiesa dei Falegnami a Gubbio a cura di Laura Villani. Da Giammaria Potenza a Marisa Laurito, da Leonardo Santoli a Lucio Dalla, otto artisti e personalità della cultura dei nostri giorni hanno accettato di prendere parte a questa iniziativa appositamente pensata e realizzata per Il Festival del Medioevo, decorando una coppa prodotta dalla Fabbrica di Ubaldo Grazia di Perugia. Un modo di interpretare quello che per il Medioevo era il simbolo più alto dell’Ultima Cena di Gesù Cristo, nonché contenitore del sangue sgorgato dalla sue vene durante la crocifissione e raccolto Giuseppe d’Arimatrea.