GUBBIO – La giornata inaugura e’ mercoledì 30 settembre. Il sindaco di Gubbio Filippo Stirati inaugura il Festival alle ore 10.00 nella Sala Trecentesca del Comune insieme al viceministro dei Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni e al giornalista Federico Fioravanti, ideatore della manifestazione. Subito dopo, lo storico Franco Cardini parla de I cento volti del Medioevo. Il tema delle invasioni barbariche con un focus specifico sui Goti e i Longobardi e’ al centro dei primi due incontri della giornata inaugurale. Animano il dibattito Ermanno Arslan, Stefano Del Lungo, Letizia Ermini Pani e Alessandro Zironi. Nel pomeriggio l’editore Giuseppe Laterza ricorda il grande medievista Jacques Le Goff alla cui memoria è dedicata questa prima edizione della manifestazione.
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Dunque e’ arrivato il Festival del Medioevo, la cinque giorni di incontri e dibattiti, mostre e mercati, esibizioni e spettacoli in programma a Gubbio (Perugia) dal 30 settembre al 4 ottobre. Un Medioevo non più pienamente estivo, e tuttavia ben lontano dal risultare autunnale. Quanta distanza tra l’immagine festante dell’età di mezzo promessa da questa iniziativa nata dal sogno di Federico Fioravanti e quella oscura e livida che ce ne offre l’opera di studiosi anche illustri! Come Johan Huizinga, giunto a vedere nell’Umanesimo L’Autunno del Medioevo (1919), per rifarci al suo lavoro forse più noto. Ma persino rivolto alla profondità di un cielo serale, rosso di sangue umano e pesante di livide oscurità, lo sguardo del tanto criticato studioso olandese riesce a cogliervi la sacra luce di un gioco che oggi vediamo nobile e bello. L’iniziazione a cavaliere, il torneo, l’ordine e il voto hanno senza dubbio le loro origini nelle cerimonie d’iniziazione dei tempi primordiali. Una catena d’evoluzione della quale abbiamo perduto molti anelli, ma che possiamo mantenere in vita artificialmente e risuscitare intenzionalmente. Come? Attraverso l’evasione e il gioco, attività che si fissano subito in una forma di cultura. È dunque in forma ludica che la collettività esprime la sua interpretazione della vita e del mondo, ci dice Huizinga nel suo bellissimo Homo ludens (1938).
Un gioco che nel Medioevo sembrerebbe il privilegio di pochi aristocratici desiderosi di evadere dalla vita ordinaria riunendosi nel fresco dei giardini domestici, ma che oggi va al di là di un ideale “regno dei sogni”, coinvolgendo la tensione alla trasformazione e al miglioramento del mondo. Perché il gioco non appartiene ad una sola epoca culturale, ma trasmigra da un periodo storico all’altro: sotto il segno del ‘gioco’, ossia della ‘cultura’ interpretata come gioco, si collocano la pratica dell’Università medievale non meno che l’atteggiamento spirituale del Rinascimento. Di più. Impossibile non cogliere forme ludiche nella cultura dei nostri giorni, Festival del Medioevo compreso. Cinque giorni di incontri, laboratori, mercati, percorsi tematici, concerti e spettacoli con studiosi, saggisti, artisti di fama internazionale, all’insegna della cultura come divertimento e impegno. A ciò mira il Festival del Medioevo, dove il sostantivo festival smette di sostenere la moda della rievocazione storica ormai ordinaria per tornare ad assumere il senso ludico e festivo del medievale festivalis (dies), per aprire cioè a una data cultura quella temporalità straordinaria che le permette di aggregarsi in nome di valori condivisi, di tentare di risolvere armonicamente e con generale soddisfazione le proprie contraddizioni. Quasi autunnale, il Medioevo di scena a Gubbio ha ancora abbastanza luce per rischiarare anche i nostri giorni.
Info: www.festivaldelmedioevo.it
Il programma: href=”http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/programma/”>http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/programma/
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