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    Un incontro tra barocco e arte contemporanea. E’ questo il progetto promosso da Trinity Fine Art di Carlo Orsi – in accordo con l’artista Francesco Vezzoli e con la collaborazione della Galleria Franco Noero  – che si terrà in occasione della prossima edizione di Frieze dall’11 ottobre  al 1° novembre.

    Presso la Galleria londinese Trinity Fine Art Francesco Vezzoli si confronta con due capolavori della scultura barocca, i busti del marchese Giovanni Corsi e del Cardinale Domenico Maria Corsi scolpiti da Alessandro Rondoni (c. 1644-c.1710), artista romano del XVII secolo contemporaneo di Bernini.

    In una duplice veste di artista e curatore Vezzoli esplora un tema a lui molto caro, quello del rapporto parentale. L’artista bresciano, da sempre impegnato in opere in grado di mediare citazioni storiche e cultura figurativa classica, dichiara una forte affinità rispetto al dramma e all’emozione tipiche dell’arte barocca. Ne sono testimonianza la sua abilità come regista e scultore resa evidente da film, moda, cultura pop che hanno portato al coinvolgimento di grandi figure quali Catherine Deneuve, Cate Blanchett e Lady Gaga.

    “Il lavoro e la carriera di Rondoni sono caduti relativamente nell’oblio rispetto a quelli dei suoi contemporanei, sebbene egli fosse un artista popolare ai suoi tempi”, dichiara Carlo Orsi. “I due busti a grandezza naturale raffiguranti padre e figlio sono unici sia  per la squisita qualità, sia per la provenienza. Giungono infatti direttamente dalla famiglia Corsi nella cui collezione sono rimasti per oltre 300 anni. Entrambi i busti vennero commissionati nel 1686 dal figlio, Domenico Maria Corsi, per celebrare la sua chiamata a Cardinale e ricordare al contempo la memoria del padre. Le opere restituiscono al visitatore il lignaggio della famiglia e immortalano nel marmo l’ascesa politica della famiglia Corsi.  Questi due capolavori ci restituiscono una storia familiare complessa e Vezzoli ne è rimasto affascinato”.

    “Desidero vivere le emozioni che mi offre il barocco. Per barocco intendo non solo lo stile artistico, ma anche quella tipica caratteristica emotiva che attraversa ogni epoca”, aggiunge Francesco Vezzoli. “Credo che Rondoni sia sottovalutato e si meriti un po’ di glamour. Basta infatti ammirare questi busti per cogliere la sua capacità di rendere viva la materia. Per me il rapporto con la classicità e l’arte del passato è chiaramente una ricerca dell’assoluto e i legami con i genitori ne sono una prova.”.

    Come indicato, l’intervento di Vezzoli crea un dialogo tra padre e figlio e reinventa il loro rapporto filiale posizionando i busti su piedistalli direttamente disegnati dall’exhibition designer Filippo Bisagni e avvolti in seta scarlatta moiré prodotta dai celebri sarti ecclesiastici Gammarelli di Roma, fornitori vaticani dal 1798.

    Il simbolico colore cardinalizio – per Vezzoli – riaccende in maniera singolare le sculture in puro marmo bianco e conferisce loro un autentico spirito provocatorio e sensuale. Tra i due busti Vezzoli ha collocato una testa romana di Giano sulla quale l’artista è intervenuto per realizzare un nuovo volto, lasciando l’altro nel suo stato originale.

    Giano Bifronte è la divinità che fu adorata dai romani in occasione dei momenti di transizione. Sulla sommità del piedistallo a specchio Giano riflette sul vecchio e il nuovo rappresentato dai busti del padre e del figlio e lo sguardo si allarga al mondo passato e all’attuale.

    I visitatori sono immersi in una messa in scena che si muove su più livelli; un viaggio tra antichità classica barocco e contemporaneità, una riflessione su tematiche assolute e atemporali come quella della famiglia, ma anche un un’analisi sull’atto stesso del guardare. Lo sguardo si perde e si moltiplica tra le diverse prospettive offerte dall’installazione, in un’esperienza sensoriale, fisica e intellettuale.