Arriva sul palcoscenico della Sala Leo de Berardinis, per l’affezionato appuntamento di Capodanno, una delle compagnie più importanti di artisti circensi contemporanei, proveniente dal Québec: Flip FabriQue presenta lo spettacolo Transit, che va in scena domenica 30 e lunedì 31 dicembre con il brindisi di mezzanotte insieme a tutti gli spettatori.
Il teatro di Flip FabriQue fa parte di quella nouvelle vague internazionale di brillanti e creative compagnie di artisti circensi che hanno deciso di rappresentare se stessi e le loro storie quotidiane invece di inventare storie fantastiche e artificiali. I loro lavori sembrano voler comunicare: «la vita è meravigliosa davvero vedete? Noi riusciamo a fare cose straordinarie anche senza fingere di essere diversi da quel che siamo…».
Dal bambino all’adulto, ogni tipo di pubblico è sollecitato dalle loro creazioni, una sorta di fiume in piena di invenzioni, virtuosismi e raffinata comicità.
Tutto scorre, la vita cambia ed evolve, e la quotidianità di un gruppo di giovani artisti sempre in viaggio, amici prima che colleghi, rappresenta sulla scena questa reale condizione: Transit si svolge in un aeroporto, tra enormi bauli e cataste di valigie, un non luogo di passaggio, uno fra i tanti della loro vita, nel quale si trovano casualmente. Vengono colti dall’improvvisa consapevolezza che anche questo momento potrebbe diventare un giorno solo un ricordo lontano e cominciano così a immaginare il loro ultimo spettacolo insieme, ricco di gioia, follia, umorismo e incredibile maestria, assieme al pubblico.
«Cosa faresti se tu sapessi che questo è l’ultimo momento che passi con i tuoi amici? Come si comportano le persone quando sanno che stanno facendo qualcosa davvero per l’ultima volta? – spiegano i Flip FabriQue – Anche una semplice azione come mangiare una mela può diventare straordinaria se sai che quella è l’ultima mela della tua vita…»: l’idea di vivere assieme l’ultimo istante libera questo gruppo di amici dalla paura del tempo che passa e che cambia.
Si ride e ci si stupisce come bambini, e alla fine ci si accorge di invidiare davvero quel gruppo di sei amici, che per una sera ha deciso di condividere il pubblico i propri giochi e l’affetto che li lega.