Avviene nel segno della danza il ritorno della Stagione 2020 al Teatro Comunale di Bologna dopo la pausa dovuta all’emergenza sanitaria; mentre al PalaDozza proseguono la lirica e la sinfonica riavviate questo settembre, il teatro bolognese si prepara ad accogliere venerdì 9 ottobre alle 20.30 e sabato 10 ottobre alle 15.30 e alle 21 il primo spettacolo di danza dell’anno, in una Sala Bibiena ulteriormente ripensata rispetto ai concerti proposti la scorsa estate, alla luce delle più recenti norme di sicurezza. Si tratta del balletto in un atto 4 stagioni – Là dove il cuore ti porta, scritto e diretto dal regista e coreografo Giuliano Peparini, che vede protagonista l’étoile dell’Opéra de Paris e direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma Eleonora Abbagnato, al suo debutto in questa produzione di Daniele Cipriani Entertainment e al Teatro Comunale. Con lei il primo ballerino cubano Javier Rojas Hernández, con cui aveva già danzato la scorsa estate a Taormina nello spettacolo Love sempre di Peparini, per raccontare in coppia le “stagioni” dell’amore sulle note registrate delle celebri Quattro stagioni di Antonio Vivaldi e della Sonata in fa minore K. 466 di Domenico Scarlatti. Accanto a loro un corpo di ballo molto eclettico.
Lo spettacolo arriva per la prima volta a Bologna in una versione ripensata rispetto a quella rappresentata al Circo Massimo e all’Opera di Roma rispettivamente lo scorso luglio/agosto e settembre, del quale conserva l’allestimento con le scene di Andrea Miglio – dove il divano diventa elemento centrale come simbolo della convivenza della coppia, insieme a una voyeuristica finestra che pare uscita da un quadro di Hopper – e i costumi di Anna Biagiotti, ad eccezione di quelli indossati per l’occasione da Eleonora Abbagnato che sono creati da Maria Grazia Chiuri per Dior. I video sono curati da Edmondo Angelelli e Giuliano Peparini, il quale ha firmato anche le luci in collaborazione con Alessandro Caso.
Si tratta di un lavoro che Peparini non esita a definire «una celebrazione dell’amore in tutte le sue varianti e sfaccettature» e che è stato pensato alla luce delle molte regole imposte dalla pandemia, dato che – come dice il regista e coreografo nelle note di sala dello spettacolo – «il contatto tra i danzatori non è permesso e i passi a due sono condizionati dall’uso dei dispositivi di protezione, ma è vero che i corpi possono raccontare molto anche da soli. Ne è nato un balletto contemporaneo nel senso letterale del termine: ovvero calato nella nostra nuova contemporaneità, in una condizione che ci stiamo abituando a considerare normale». Del resto uno dei temi ricorrenti di 4 Stagioni – Là dove il cuore ti porta è, appunto, lo spazio: la spazio metafisico tra la coppia e quello fisico del palcoscenico che ha sempre affascinato il coreografo, formatosi anche alla scuola di Jacques Lecocq, promulgatore del teatro fisico.
Eleonora Abbagnato, che è stata tra le prime ballerine a lanciare nei mesi di pausa dalle attività la campagna “Uniti, più che mai” e a realizzare il corto “Ripartiamo!” a sostegno degli artisti e dei danzatori in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria, ha ricordato nel programma di sala dello spettacolo che questo titolo era già stato pensato da Peparini prima che scoppiasse la pandemia e che 4 Stagioni avrebbe dovuto essere una creazione per lei: «Quando si è trattato di riprendere le attività con il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma che dirigo – dice l’étoile – in una situazione incerta che cambiava continuamente, ho chiesto a Peparini di montare quel balletto per i miei ballerini. Lo ha fatto in sole due settimane e mezzo, Le quattro stagioni è andato in scena con grande successo al Circo Massimo di Roma la scorsa estate e ora, ricreato per me com’era previsto all’inizio e per un nuovo cast di ballerini, debutta come nuova versione proprio a Bologna, al Teatro Comunale. È la prima tappa di un tour italiano che ci porterà anche a Parigi».
Nei passi a due che attraversano le quattro stagioni, si passa dai primi sguardi che si incrociano con pudore (la Primavera), ai fuochi della passione (l’Estate) e al loro progressivo spegnimento (l’Autunno), fino ad arrivare al gelo della noia (l’Inverno), nella speranza di una nuova fioritura e di un rinnovarsi dei sentimenti.