Performance brillante per Amandine Albisson e Mathias Heymann in questi giorni in scena al Teatro dell’Opera di Roma nei ruoli di Giselle e Albrecht. Nella cornice di una ricca e apprezzabilissima scenografia, la Albisson interpreta Giselle con anima e corpo, è energica, vivace e soprattutto dai movimenti pieni, degni della grande presenza scenica di questa ballerina giunta a Roma direttamente dall’Opéra di Parigi.
Sebbene anche Mathias Heymann arrivi dall’Opéra, la loro accoppiata non sembra essere del tutto soddisfacente, forse a causa della bella leggerezza ed esilità del ballerino che, appunto, affiancate al vigore di questa Giselle rischiano di venire offuscate. Heymann infatti guadagna molto negli assoli e il meglio di sé lo darà in un davvero appassionato secondo atto.
Nel primo atto, più che degni del famoso passo a due dei contadini, Alessia Gay ed Alessio Rezza che hanno danzato con vero spirito e vera abilità. L’allestimento in questione ha ereditato scene e costumi da precedenti messe in scena e c’è da dire che i costumi non sembrano del tutto convicenti – anzi tutt’altro – dato che non sembrano coerenti gli uni con gli altri ma ad ogni modo l’allestimento di Patricia Ruanne si rivela sicuramente efficace nella capacità del balletto di coinvolgere il pubblico e trasmettere emozioni reali.
Ora però la grande interpretazione della Albisson continua insieme alle Villi, belle e brave, nel secondo atto. Ed ancora una volta è praticamente impossibile staccarle gli occhi di dosso: il suo cambiamento è tangibile e si rischia quasi di morire con lei nel vederla sottoforma di spirito della giovane Giselle.