Con una carrellata di ritratti in cui dosa ironia e lucida visione della realtà, Andrea Scanzi ci mette di fronte a volti noti e meno noti della destra italiana e internazionale, goffi e caricaturali, malati di potere e bugie, “comicamente narcisi e fatalmente prossimi al ridicolo”.
Negli ultimi anni il panorama politico e culturale del nostro Paese è stato caratterizzato dall’avanzata delle destre, supportata spesso da nostalgici pronti a cavalcare l’ondata del populismo per sdoganare le proprie posizioni. Così, in un crescendo preoccupante di intolleranza, ignoranza esibita, complottismo e spregiudicatezza, abbiamo assistito increduli a episodi e sparate al limite dell’assurdo. Attraverso un’incalzante carrellata di ritratti, in cui dosa con maestria ricostruzione e sberleffo, Andrea Scanzi ci mette finalmente di fronte a volti noti e meno noti della destra nostrana e internazionale, goffi e caricaturali, malati di potere e bugie, “comicamente narcisi e fatalmente prossimi al ridicolo”. Da Matteo Salvini, che si strafoga di ciliegie mentre un imbarazzatissimo Zaia parla di neonati morti, a Gasparri e Capezzone. Ma anche Gallera e la Ceccardi, Briatore e Vittorio Sgarbi, Boris Johnson e Bolsonaro. Senza dimenticare la sequela di personaggi minori e politici locali balzati agli “onori” delle cronache con uscite a dir poco imbarazzanti: c’è chi è stata filmata a sottrarre la coperta a un clochard; chi ha affermato che sparerebbe agli immigrati; chi ha messo il like a un post che inneggiava a Hitler e ai forni crematori; chi ha detto che Willy Monteiro se l’è cercata, perché “sei italiano quando sei bianco”; chi rimpiange la sensibilità e il coraggio della mafia d’un tempo… Con una robusta dose di ironia unita a una lucida visione della realtà, Andrea Scanzi ci ricorda cosa ci aspetta se tarderà ancora a crearsi un vero polo progressista, capace di superare con il dialogo le divisioni tra schieramenti diversi, in vista di un obiettivo comune: restare umani.