Il Balletto di Milano in
Il Balletto di Milano in "La vie en rose...Bolero" - 2015

Dispiace prendere coscienza della fine di uno spettacolo come quello portato al Teatro Parioli dalla compagnia Balletto di Milano, “La vie en rose…Bolero”, in scena fino al primo novembre 2015. L’inizio è praticamente in medias res, ci si mette un po’ ad entrare nel mood della pièce e i primi tre o quattro pezzi sembrano di riscaldamento però si intuisce come siano solo l’inizio di un intenso e travolgente crescendo.

I ballerini, tutti insieme o a due a due, sono comunque fantastici, puliti, bravi, affiatati e forse solo un po’ troppo rigidi e concentrati in alcuni tratti. A questo proposito, non si può non proporre una menzione speciale per il ragazzo che è riuscito a calamitare lo sguardo del pubblico anche solo camminando a fondo palco: Federico Veratti.

Nonostante una scelta musicale così fortunata ma anche così importante – quella dei grandi interpreti della canzone francese, come C. Aznavour, J. Brel, Y. Montand, E. Piaf – le coreografie neoclassiche di Adriana Mortelliti sono riuscite nel non semplicissimo compito di costruire dei movimenti che sostengono senza fatica questa tradizione, rendendo ragione della malinconica e sempre un po’ nostalgica sensibilità francese.

Il lavoro della Mortelliti, insomma, ha diretto lo spettacolo all’insegna di una meravigliosa intesa di pàthos tra passi, note, testi. E così anche nella seconda parte della performance, in cui è stato proposto il famoso tema del Bolero di M. Ravel, la coreografia si dà come momento corale in una climax ascendente di concerto con l’intenzione musicale.
Il verdetto finale? Davvero troppo poche le date romane!

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