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Carmelo Rifici porta in scena “MacBeth le cose nascoste”

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Dal 5 al 13 giugno (ore 19, la domenica ore 17) la spregiudicata e audace indagine sui classici e sugli archetipi dell’inconscio collettivo di Carmelo Rifici conquista il palco dell’Argentina con il sanguinario MACBETH, LE COSE NASCOSTE, una riflessione sulla violenza in bilico tra finzione e testo che si muove nello spazio intimo delle esperienze personali degli attori, ripercorse sul filo delle suggestioni dell’opera grazie al lavoro dello psicoanalista junghiano Giuseppe Lombardi e della psicoterapeuta Luciana Vigato.

 

Quattro anni dopo Ifigenia, liberata, il regista Carmelo Rifici si immerge assieme ad Angela Dematté e alla dramaturg Simona Gonella nella riscrittura di uno dei classici più potenti ed evocativi del genio shakespeariano, in cui il teatro si fa spazio di condivisione tra attori e spettatori. Se la filosofia è lo strumento che ha accompagnato il lavoro su Ifigenia, la psicoanalisi è la chiave della genesi e della realizzazione di Macbeth; parte integrante del progetto sono state infatti le sedute di analisi nelle quali gli attori hanno affrontato, in bilico tra esperienze autobiografiche e spunti dell’opera, i temi del testo. Il palco si dispone dunque a portare alle spettatrici e agli spettatori le elaborazioni e le incarnazioni di un processo psicanalitico, il cui risultato è un progetto articolato in tre parti. Uno spettacolo che offrirà al pubblico la possibilità di riagganciarsi alla “strega interiore”, lasciandosi guidare in un sogno collettivo, in un dialogo/confronto con la pulsione e il desiderio: «la prima parte consiste in un’analisi degli attori coinvolti nello spettacolo – racconta Rifici – Dai loro lati “nascosti” si passa alla seconda fase, quella del lavoro sui personaggi: Macbeth vuole scoprire che cosa c’è oltre le cose conosciute, vuole distruggere il senso delle cose. La terza sezione è invece legata al mondo infero delle streghe, di Ecate, il mare nero nel quale nuota inconsapevolmente la collettività, la comunità degli uomini».