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Enzo Toma dirige “Operastracci” all’India

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Sabato9 (ore 19) e domenica10 marzo (ore 16) al Teatro India in scena OPERASTRACCI, per la regia di Enzo Toma, che ne cura anche drammaturgia e costumi. Da un’ideadi Silvia Ricciardelli Enzo Toma, uno spettacolo che intreccia teatro d’attore, teatro di figura e danza con l’antica tecnica giapponese del Bunraku. “Sulla base di quali modelli comportamentali e culturali i ragazzi vivono il proprio rapporto con i sentimenti? Quanto, nella loro quotidianità, incidono modelli fondati sul narcisismo, l’egoismo e talvolta la violenza?”. OPERASTRACCI è uno spettacolo sui sentimenti, un tentativo di raccontare il naturale rapporto con le emozioni e con il corpo che cambia: quadri teatrali che, pur senza parole e con l’aiuto delle più famose arie d’opera, mettono in scena quel complesso viaggio di crescita che è la vita. Nello spazio scenico simile ad un ring, una montagna di stracci, grazie agli attori, diventa veli, palloni, guantoni, pance, e addirittura bambole/marionette che si fanno carico di sentimenti forti come la tenerezza, il ricordo e l’elaborazione della perdita. Le arie del melodramma sorreggono le atmosfere, le emozioni e persino i giochi, con la misteriosa magia con cui una voce lirica riesce sempre a coinvolgere chi l’ascolta. Un bel gioco continuo e serrato di immagini cangianti che ammiccano a visioni d’arte antica e contemporanea, in cui perdersi e lasciarsi trasportare sul filo della narrazione e delle arie dell’opera. Opera che dà vita e linfa agli stracci, sapientemente guidati dalle mani degli attori. Si aprono mondi e atmosfere, e al pubblico – di grandi e piccini – non resta che lasciarsi trasportare nell’universo di questa storia. Due vicende parallele si intrecciano fra loro, quella di due ragazzi che si incontrano da fanciulli, si conoscono, si scoprono, crescono insieme fino a sperimentare una misteriosa unione fra le due vite, e infine le sue estreme conseguenze: la separazione, e la perdita. Occorrono 30 metri di stoffa per confezionare una sola delle marionette che nascono dalle mani degli attori sotto la vista degli spettatori. Ci vuole un’ora per tentare di raccontare i sentimenti di due ragazzi e il mistero dei legami, degli affetti. Dalla storia dell’arte al melodramma, dalla danza al teatro di figura e all’antica tecnica giapponese del Bunraku, uno spettacolo evocativo che attraversa i linguaggi delle arti e fa risuonare i vissuti quotidiani inquadrandoli in un contesto “altro” che, nella distanza, rende possibile affrontare temi delicati come i sentimenti, sempre più necessari ad una generazione digitale.