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Export boom, spumante batte champagne. E con la vendemmia precoce sarà un grande vino

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Non derivano certo dall’agroalimentare i problemi italiani. Certamente non dal vino, e men che meno dallo spumante. Secondo un’indagine di Coldiretti, infatti, Le vendite dello spumante italiano all’estero fanno segnare un record storico con un aumento del 20 per cento delle bottiglie spedite. I principali clienti sono gli Stati Uniti, che fanno segnare un incremento della domanda del 49 per cento, e il Regno Unito con un balzo addirittura del 55 per cento. All’estero non si sono mai consumate così tante bollicine italiane che – ricorda la Coldiretti – nel 2014 con 320 milioni di bottiglie stappate fuori dai confini nazionali hanno superato lo Champagne francese, le cui esportazioni si sono fermate a 307 milioni di bottiglie. Il risultato dello spumante italiano all’estero sostiene l’intero comparto del vino mentre è’ appena iniziata la vendemmia più precoce da oltre un decennio con una produzione stimata in aumento di almeno il 5 per cento rispetto allo scorso anno, per un totale atteso di circa 44 milioni di ettolitri, con ottima qualità, secondo le prime stime. “Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e – sottolinea la Coldiretti – anticipato la raccolta che si classifica come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità”. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.