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Giancarlo Sepe porta in scena “Barry Lindon” all’Argentina

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Dal 23 ottobre al 4 novembre al Teatro Argentina approda un maestro dell’avanguardia italiana anni Settanta, protagonista della stagione delle “cantine” romane,Giancarlo Sepe, che porta in scena BARRY LYNDON, trasposizione del romanzo di William Makepeace Thackeray, dal quale Stanley Kubrick ha tratto uno dei suoi capolavori, una produzione Teatro di Roma con Teatro La Comunità. Una lezione “sull’arte della vita”, prendendo a pretesto il protagonista dell’opera che, da povero a ricco aristocratico, subisce la scalata sociale alle soglie della Rivoluzione Francese. Dal romanzo alla trasposizione teatrale, Giancarlo Sepe agguanta le emozioni dal film del 1975 di Kubrick e le situazioni dall’opera picaresca di Thackeray, dirigendo dodici attori nella favola nera di Redmond Barry di Barry du Barry, un uomo «che da povero è voluto diventare un capriccioso ricco aristocratico, nel momento sbagliato, nell’ora in cui cadono le teste dei vanitosi ricchi aristocratici. È un uomo che non sa di storia e che da sprovveduto è destinato a soccombere al primo mutar del vento, illuso e maltrattato da tutti e dal suo arrivismo inarrestabile». Quella di Redmond Barry è la storia di un uomo sospeso nei suoi sogni, schiavo delle proprie ambizioni, pronto a costruire un impero di menzogne pur di scalare, gradino dopo gradino, la scalinata impervia e marmorea di una società organizzata per caste. Non è un eroe e la sua non è una favola a lieto fine, eppure c’è una morale. Quello in scena è «un teatro dove non trionfa la verità e che si imbeve però delle storie che si tramandano, che si raccontano come monito per chi ha peccato e per chi, giovane, deve ancora peccare e vuole formarsi però all’ombra delle tradizioni – continua a commentare Giancarlo Sepe – Forse, lo si potrebbe anche scambiare per un teatro per famiglie, quello in cui la morale è: …chi sbaglia, paghi finalmente!». Ecco allora che un classico della letteratura diventa il mezzo per parlare ad un pubblico contemporaneo attraverso una storia di caduta, una favola all’incontrario.