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Giorgina Pi porta in scena Tiresias da Kate Tempest con Gabriele Portoghese sul Palco del Canneto del Teatro India

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Martedì 29 e mercoledì 30 giugno (ore 21) l’estate “en plein air” del Teatro India dà appuntamento sul palco del Canneto con un classico della tragedia greca nella potente rivisitazione diretta da Giorgina Pi, dal titolo TIRESIAS, dove il duttile talento di Gabriele Portoghese si esprime sulle orme di Hold your own/resta te stessa di Kate Tempest, nella traduzione di Riccardo Duranti, in questa produzione Angelo Mai/Bluemotion.

Nella drammaturgia fatta di simultaneità, trasformazione e intuizione di TIRESIAS, la regia di Giorgina Pi fa rivivere le parole di Kate Tempest, Leone d’argento 2021, insieme rapper e talento poetico e letterario, attraverso un performer in scena, piatti da dj, un microfono e dei dischi, prendendo le mosse dalla tradizione teatrale occidentale per riscriverla e ribaltarla completamente: Tiresia è il veggente che sa, che conosce ciò che si dovrebbe fare; fa paura ascoltarlo, il suo corpo conturba, è al di fuori dell’ordine naturale, è un corpo che vive più sessualità, più età in una vita; quando i suoi occhi smettono di vedere iniziano a leggere il futuro.

Tiresia è un’entità che nell’Ade custodisce le risposte, è tramite tra l’umano e il divino. È fuori dalla retorica del potere, è continuamente una frattura nella narrazione, vive in mezzo alle piccole cose, non è gerarchico nel sapere e nell’esperire. Kate Tempest lo/a osserva vagare: ragazzino timido, giovane donna che scopre amore e chiaroveggenza, anziano solitario e molto altro. Accanto divinità antiche si mischiano con noi stanchi alla fermata dell’autobus, un piccolo parco di periferia diventa bosco sacro e il mito denuncia intima. Tante vite in una vita, tante e tanti noi in continua metamorfosi per rimanere ciò che scopriamo di essere.

Tiresia è via d’uscita alla natura, le sue tante e sfrontate vite sfidano l’ordine naturale, sorpassano le regole sessuali e la gerarchia del tempo: Tiresia è simultaneità. Tra vecchi dischi e nuove impressioni, un corpo solo, quello di Gabriele Portoghese, all’ora viola, sospesa tra giorno e notte, segue orme poetiche e sonore, per le strade di un mondo che morendo rinasce.

«Hold your own/Resta te stessa corteggia Tiresia di Eliot che identifica l’indovino nel poeta, che sa unire il misterioso tema dell’origine insieme alla veggenza del non ancora – racconta Giorgina Pi  Facciamo allora che i versi siano in carne ed ossa, proprio come nella spoken word poetry, mettiamoci in cerchio ad ascoltarli. La nostra vita di adesso è lacerata e frastornata da ferite ancestrali dovute a questa nuova peste e da pressioni soffocanti causate dalla ferocia rinnovata del capitalismo. Difficile trovare la forza di restare se stesse/i. Abbiamo chiesto aiuto a chi non ha bisogno di guardare per sapere. Tiresia per noi è un rito. “Tiresia, vienici a parlare” chiede Kate Tempest e noi con lei. Stavolta ti ascolteremo. Siamo qui che vogliamo capirti. Sappiamo che vedi fino in fondo nel passato, tu non perdi la memoria come noi, non ti preoccupi di piacere, sei povero, vecchio, vagabonda, sporco, trans, in mezzo alle cose, sempre imprevisto».