Le mostre d’arte internazionali seguono i loro circuiti. Non sono facili da organizzare e, soprattutto, da acquisire sui mercati internazionali. Capita così che l’autunno regali a Roma due mostre sul medesimo tema, che consentono a poche centinaia di metri di distanza di seguire una sorta di percorso integrato sulla pittura impressionista.
Palazzo delle Esposizioni
Al Palazzo delle Esposizioni apre il 15 ottobre Impressionisti e moderni. Capolavori dalla Phillips Collection di Washington (fino al 28 febbraio), che presenta sessantadue dipinti provenienti dal primo museo americano di arte moderna. Nelle intenzioni del fondatore Duncan Phillips, la prestigiosa istituzione, inaugurata a Washington D.C. nel 1921, avrebbe dovuto diventare “un museo intimo e raccolto, ma anche sede di sperimentazioni” in cui presentare l’arte contemporanea accanto a capolavori più noti. Oggi la Phillips Collection è una raccolta di opere d’arte moderna e contemporanea apprezzata in tutto il mondo. Nell’imminenza del suo centesimo anniversario, il museo ha organizzato un’importante mostra itinerante nel corso della quale il pubblico romano avrà per la prima volta l’occasione di ammirare una parte della sua ricca collezione. Impressionisti e moderni riunisce una stupefacente varietà di capolavori dei più grandi maestri moderni e dimostra che l´arte è un linguaggio universale, destinato a essere condiviso e apprezzato dal pubblico di tutto il mondo. I capolavori del XIX secolo di El Greco, Ingres, Delacroix, Goya, Courbet, Daumier e Manet, dialogano con i grandi maestri impressionisti francese come Cézanne, Degas, Van Gogh, Monet e Sisley. Al centro della mostra sono i maestri moderni del XX secolo, tra cui Bonnard, Braque, Gris, Kandinskij, Kokoschka, Matisse, Modigliani, Picasso, Soutine e Vuillard, accanto agli americani Arthur Dove e Georgia O´Keeffe. Inoltre saranno visibile le opere di grandi artisti americani ed europei del secondo dopoguerra come De Staël, Diebenkorn, Gottlieb, Guston e Rothko.
Dal canto suo Comunicare Organizzando annuncia per il 15 ottobre (fino al 7 febbraio) il gran ritorno degli impressionisti al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini. Impressionisti. Tête-à-tête il titolo scelto per oltre sessanta opere, tra cui dieci sculture, provenienti dal parigino Musée d’Orsay. Edouard Manet, Pierre Auguste Renoir, Edgar Degas, Claude Monet, Frédéric Bazille, Camille Pissarro, Paul Cézanne, Gustave Caillebotte, Berthe Morisot, Mary Cassat, Georges Seurat (partecipe all’ultima rassegna del gruppo nel 1886); inoltre Armand Guillaumin, Marie Bracquemond, Eva Gonzales: questi gli artisti presenti al Vittoriano. Attraverso un percorso tra i protagonisti impressionisti la mostra – spiega l’organizzazione – vuole mettere in luce gli aspetti innovativi essenziali nell’elaborazione di un’arte moderna evidenziando le connotazioni delle singole personalità. “Vero pittore è colui che sa afferrare il lato epico della vita di ogni giorno e sa farci vedere quanto siamo grandi e poetici nelle nostre cravatte e nelle nostre scarpe verniciate”, affermava Charles Baudelaire, personalità chiave nel diffondere fra gli artisti che saranno poi definiti “impressionisti”, il gusto di dipingere il loro tempo. Il movimento impressionista distrugge le ferree regole dell’arte da Salon: se si fa prepotente il desiderio di fissare sulla tela la fugacità del momento, è proprio la figura umana che permette all’artista di esplorare rapidamente il mondo circostante, il vivace spaccato di un mondo pulsante di vita. Come afferma Zola nel 1868, gli impressionisti “sono pittori che amano il loro tempo… cercano prima di tutto di penetrare figure prese dalla vita e le hanno dipinte con tutto l’amore che provano per i soggetti moderni”.
Info: www.palazzoesposizioni.it www.comunicareorganizzando.it
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