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“La Consuetudine Frastagliata dell’Averti Accanto” di Marco Andreoli, con Claudia Vismara e Daniele Pilli al Teatro Vascello

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La consuetudine frastagliata dell’averti accanto di Marco Andreoli, è un testo complesso e bellissimo, che ci ha entusiasmato e rapito fin dal primo momento in cui ci siamo riuniti con l’autore per leggerlo assieme. Difficile anche sintetizzarlo, visti i suoi innumerevoli piani di lettura. Potremmo dire che è un testo che parla di coppia, di quell’universo criptico che sono le relazioni, del loro lento disgregarsi, dell’ostinazione con cui a volte ci si accanisce per mantenere con se stessi una facciata, una parvenza di felicità… ma sarebbe riduttivo, perché La consuetudine frastagliata dell’averti accanto è molto di più. Dovremmo allora dire che parla del tempo, di fisica quantistica, di possibilità, di quelle scelte che si compiono nella vita e che una volta compiute la segnano per sempre. Di quanto un istante a volte faccia la differenza tra la vita e la morte.

Un uomo sulla quarantina, Elia, studente di fisica applicata, solo davanti al pubblico, racconta di quando, quella stessa mattina, ha infilato un tagliacarte a forma di scimitarra birmana giù per la gola del professor De Marchi, il suo mentore, colpevole quest’ultimo di aver rifiutato la sua relazione sulla scomposizione del tempo “in unità sempre più minime, ma pur sempre osservabili e-in fin dei conti-controllabili”. Si apre una porta. Segue una nota fastidiosa e un lunghissimo silenzio. Ed ecco che il racconto ricomincia da capo, conducendoci però questa volta all’interno di una casa. La casa di Elia. Dove ad attenderlo c’è Laura, altra protagonista di questa storia, in tenuta da casalinga disperata e decisamente anni ’80 nel look. Indossa un grembiule in fretta e furia. Quindi apre la porta. I due si salutano: “Cielo e mare…”, “Universo…”. Sembrano le battute di uno spot scadente. E forse lo sono.

Un uomo, una donna e una cucina. Questi gli elementi della nostra storia. Il pubblico segue l’avvicendarsi del loro rapporto, attraverso una narrazione frastagliata e frammentata che pindaricamente balza avanti e indietro nel tempo, costringendo gli spettatori a ricostruire con minuzia e attenzione quanto accaduto durante il loro primo incontro, il 9 luglio 1982 in un bar, “anzi no: in un circolo universitario in cui la somministrazione degli alcolici non è affatto interdetta”. Una sciarpa rossa segna inesorabilmente il destino di uno dei due personaggi e diventa lo spartiacque tra ciò che avrebbe potuto essere e ciò che non sarà mai. Una possibilità mancata. La dilatazione di un istante. E una vita assieme. Queste tre cose, assieme, sono La consuetudine frastagliata dell’averti accanto.

27-28-29 ottobre 2020 e 31 ottobre 2020