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La favola di Pinocchio al Teatro Hamlet

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Eri un ciocco di legno, un semplice legno da catasta utile solo, secondo Mastro Ciliegia, a riparare un vecchio tavolino. Ma tu sei un legno che parla, sorride al solo tocco di pennello. Un pezzo di legno impertinente che renderà padre un povero e vecchio falegname.

Geppetto ha creato proprio un bel burattino. Pinocchio! Sei un figliolo con poca voglia di studiare e tanta curiosità che, a gambe fatte e vestitino di carta fiorita indossato, andrai incontro ad una serie di avventure che ti porteranno a voler diventare un bambino, ad avere anche tu un cuore che batte come quello del tuo babbo.

La strada è lunga, Pinocchio! Vari incontri ti attendono: il Grillo Parlante, voce della coscienza, un po’ saccente ma lungimirante;  il perfido burattinaio Mangiafuoco, che poi così terribile non è; il Gatto e la Volpe, “due personcine a modo” che ti mostreranno a cosa può portare l’avidità; la Fata Turchina, quella mamma amorevole di cui tanto hai sentito parlare, che ti insegnerà a non dire bugie; Lucignolo, ragazzo di strada e baldoria che ti condurrà nel paese dei Balocchi dove inaspettatamente verrai trasformato in un ciuchino da circo. Solo, negli abissi del mare, nella pancia di una balena, ritroverai Geppetto. Non era morto, disperato su di una barchetta di fortuna è venuto a cercarti.

Crescerai, Pinocchio, imparerai la lezione e potrai prenderti cura del tuo babbo. Prometterai e manterrai il tuo “Non dico un filo di bugia”.