Non solo vino, non solo Sagrantino. Di motivi per visitare Montefalco (Pg), ce ne sono: il centro medievale, le colline umbre che sembrano Toscana, o Langhe, o forse sono Toscana e Langhe a sembrare Umbria… Le splendide cantine. Da sabato 18 luglio di motivo ce n’è uno in più. Dopo 167 anni torna a Montefalco la Pala della Madonna della Cintola e si ricongiunge al ciclo degli affreschi che Benozzo Gozzoli realizzò nella Chiesa di San Francesco. Proprio sabato 18 si inaugura, nel Complesso museale di San Francesco, la mostra Benozzo Gozzoli. La Madonna della Cintola, aperta al pubblico dal 19 luglio al 30 dicembre. La Madonna della Cintola, dipinta intorno al 1450 da Benozzo Gozzoli, allievo del Beato Angelico, sarà esposta nella città natale e potrà essere ammirata grazie al restauro sostenuto dal Comune di Montefalco, dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, dal Sistema Museo e dai Lions di Foligno.
Il restauro è stato eseguito presso i laboratori dei Musei Vaticani. Nel 1450, per l’altare maggiore della chiesa di San Fortunato riformata dagli Osservanti, il giovane Benozzo dipinse a tempera e oro su tavola la pala raffigurante la Vergine Assunta al cielo nell’atto di donare la cintola a San Tommaso, come prova della sua assunzione. L’opera esprime tutte le qualità di decoratore di Benozzo Gozzoli. La cintura, che simbolicamente collega cielo e terra, è emblema del ruolo di Maria come mediatrice tra Dio e l’uomo. La Pala, custodita nella Pinacoteca Vaticana, fu donata a Pio IX dalla comunità di Montefalco nel 1848, in occasione della concessione al borgo umbro del titolo di città.
“Ora vedrete – ha detto il direttore dei musei vaticani, Antonio Paolucci, nel suo intervento all’inaugurazione della inaugurato la mostra – un prodigio di azzurro e di oro, colori iconografici della Madonna, in una luce perfetta color del miele per questa occasione. Vi stupirà, come è accaduto a Bernard Berenson quando arrivò a Montefalco, e rimase meravigliato della luce e del silenzio di quel giorno d’estate quando scoprì Benozzo Gozzoli”.
Info: www.museodimontefalco.it