Home life style “La notte è il mio giorno preferito” il nuovo lavoro di Annamaria...

“La notte è il mio giorno preferito” il nuovo lavoro di Annamaria Ajmone al Torinodanza Festival

407

Una creazione in forma di solo sulle orme che gli animali lasciano dietro di sé attraverso boschi e foreste per ripensare la nostra umanità in relazione con la natura e le altre specie. Debutta in prima nazionale LA NOTTE È IL MIO GIORNO PREFERITO, il nuovo titolo con cui Annamaria Ajmone, già protagonista al Torinodanza Festival nel 2017 con To Be Banned From Rome, torna sabato 2 ottobre, alle 20.45, alla Lavanderia a Vapore di Collegno. Premio Danza&Danza 2015 come Miglior interprete emergente contemporaneo e artista associata di Triennale Milano Teatro fino al 2024, Ajmone è coreografa e danzatrice fra le più apprezzate e sensibili della scena italiana. Coprodotto da Torinodanza, il suo ultimo lavoro è nato come progetto di residenza creativa sulle montagne svizzere della Val-d’Illiez in collaborazione con il far° Festival di Nyon. Ideato insieme a Stella Succi, lo spettacolo si avvale di set, styling e immagini di Natália Trejbalová, direzione tecnica e luci di Giulia Pastore, costume di Jules Goldsmith e musiche di Flora Yin Wong.

La notte è il mio giorno preferito prende spunto dalla pratica del tracciamento degli animali delineata dal filosofo francese Baptiste Morizot nel suo recente saggio Sulla pista animale. L’esercizio di seguire le piste attraversate dalla fauna selvatica, di cui Ajmone ha fatto esperienza diretta in Val-d’Illiez, si riflette nella struttura della performance grazie alla personale ricerca della coreografa sul corpo. Tentando di proiettare se stessa in un’altra creatura, l’artista si cimenta in una serie di esperimenti che scompongono e ricompongono l’arte di tracciare ed essere tracciati, di ricercare e nascondersi, per suggerirci nuove ipotesi di convivenza con la natura. Come suggerisce il titolo – tratto da una lettera della poetessa Emily Dickinson a Otis Lord –, animale e vegetale si fondono nello spazio oscuro della foresta notturna, mentre frane e richiami irrompono spezzandone la quiete. Una foresta né vergine né idealizzata, ma tecno-naturale, che include e trasforma i segni lasciati dai propri abitanti.

«La notte è il mio giorno preferito è un tentativo di incarnazione dell’Altro attraverso una meditazione sugli animali e gli ecosistemi in cui vivono – scrive Annamaria Ajmone –. Un tentativo destinato al fallimento: non è possibile incarnare niente se non il proprio corpo, né raggiungere una totale comprensione interspecifica… la danza è un atto di contemplazione performativa dell’Altro e del concetto stesso di Alterità.»