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L’importanza della banda nella storia della musica italiana, all’Eliseo concerto della Cecilia Wind Orchestra

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La Cecilia Wind Orchestra al Teatro Eliseo di Roma: domenica 7 febbraio avremo modo di ascoltare l’orchestra di fiati del Conservatorio di Santa Cecilia, diretta dal Maestro Gianfilippo Pocorobba, in un concerto importante. In programma composizioni tratte dal repertorio di grandi compositori come Mendelssohn, Verdi, Korsakov, ma anche Gershwin e Bernstein.

Una scelta musicale molto eterogenea, con una prima parte forse più tradizionale e una seconda un po’ più swing … Perché Maestro?
La scelta operata nella redazione del programma è volta a perseguire due fondamentali obiettivi: il primo è quello di dare all’ascoltatore una visione maggiormente rappresentativa delle potenzialità tecniche ed espressive di questa formazione orchestrale, troppo spesso utilizzata per eseguire elaborazioni musicali più leggere, accattivanti e di facile ascolto. Verranno presentati sia brani originali scritti per questa formazione, come l’Overture op.24 di Mendelssohn del 1838 che rimane ancor oggi uno dei brani più rappresentativi del repertorio per orchestra di fiati del primo romanticismo, e che richiede notevoli capacità tecniche e stilistiche agli esecutori, così come il concerto per trombone e orchestra di fiati di Korsakov del 1877. Ma verranno eseguite anche trascrizioni altrettanto impegnative come l’Overture dei Vespri Siciliani di Verdi, opera scritta per il Grand Opéra di Parigi (1855), che mette a dura prova le abilità tecniche ed espressive dell’orchestra, in special modo nella versione per soli fiati che proporremo, presentando momenti di assoluto virtuosismo strumentale, mostrando un Verdi “atipico”, con una scrittura strumentale nuova e raffinata anticipatrice dei suoi capolavori dei decenni successivi. Anche il Blues tratto dal poema sinfonico “Un Americano a Parigi” di Gershwin è una rielaborazione per clarinetto e orchestra di fiati che sì, presenta caratteri rapsodici e virtuosistici nella parte del clarinetto solista, affidata alla perizia esecutiva di Calogero Gambardella, ma non ha molta attinenza con lo “swing”. Non diversamente potremmo dire della selezione proposta tratta da West side story di Bernstein del 1957, opera che si rifà, in chiave moderna, alla tragedia Shakespeariana di Romeo e Giulietta e che, proprio per il tema tragico, la musica sofisticata e le istanze sociali portate in scena venne ad incidere marcatamente sul linguaggio musicale del teatro in lingua inglese, fino a quel momento dedito a trattare esclusivamente temi leggeri.
Il secondo obiettivo è quello, non meno rilevante, di dare un’occasione ai giovani esecutori di mostrare le loro capacità musicali proponendosi come solisti in concerti con l’orchestra.

Maestro PocorobbaUn programma complesso che metterà alla prova i ragazzi del Santa Cecilia …
Sì, sicuramente i ragazzi saranno impegnati in un programma di non facile esecuzione, ma che permetterà loro di mettere in luce le loro potenzialità. Sarà una bella sfida per i nostri studenti. Alcuni in particolare avranno modo di essere protagonisti sul palcoscenico, come Giacomo Gamberoni, della classe del M° Luciano Carratoni, che eseguirà il concerto per trombone di Korsakov, o come il soprano Soyeon Park ed il tenore Ang Lee, entrambi della classe del M° Carlo Desideri, che eseguiranno alcune sezioni tratte da West Side Story, in una versione che ho appositamente realizzato per l’occasione.

Al Conservatorio lei insegna “Strumentazione e direzione d’orchestra di fiati”, altrimenti detta banda: quale il suo valore al giorno d’oggi?
La banda ha avuto una funzione estremamente importante nella storia italiana. Soprattutto a cavallo tra le due Guerre le grandi bande da giro hanno creato un fondamentale collante sociale contribuendo alla realizzazione dell’unità culturale e politica italiana, portando nei paesi, attraverso strade dissestate o addirittura inesistenti, arie e brani tratti dalle opere liriche e sinfoniche che altrimenti potevano essere ascoltate solamente nei teatri delle grandi città. Con l’andare del tempo molte si sono disgregate. Tuttavia negli ultimi decenni si sta assistendo ad un nuovo interesse per questi grandi complessi di fiati, divenuti sempre più professionali, soprattutto da parte dei compositori che ormai dedicano sempre più frequentemente loro opere originali a  questa formazione. Ciò avviene soprattutto all’estero dove lo Stato spesso incoraggia e sponsorizza la formazione di orchestre di fiati e lo studio di discipline specifiche, bandendo anche concorsi. La situazione in Italia è un po’ più stagnante, anche se qualcosa si sta muovendo. Si tratta però di un lavoro culturale le cui basi non vengono di certo aiutate dal nostro sistema istituzionale.

E la richiesta al Conservatorio è molto alta?
Sinceramente all’estero vi sono livelli di interesse ben superiori. Studenti Erasmus provenienti da altri Paesi sottolineano che nei loro conservatori, anche di provincia, non manca mai un’orchestra di fiati in cui fare esperienza. Noi siamo anche in questo campo un po’ il fanalino di coda, anche se, soprattutto al nord, non mancano complessi di fiati notevoli. Noi con questo concerto vogliamo proprio sottolineare l’importanza di un repertorio specifico del genere.

Da docente del Santa Cecilia, un giudizio su questo genere di iniziative …
E’ un’occasione importante per gli studenti. Molti di loro sono ancora impegnati negli studi liceali, e devono contemporaneamente affrontare uno studio molto impegnativo come è quello musicale, sacrificando molto del loro tempo libero. Attraverso queste occasioni vedono concretizzarsi i loro sforzi ed i loro sacrifici e prendono confidenza con diversi aspetti di quella che auguriamo loro possa essere la loro futura professione.