Lo Schiaccianoci, nel nuovo allestimento di Giuliano Peparini per il Teatro dell’Opera di Roma, porta una ventata di novità senza violare la tradizione. Le rivisitazioni dei classici sono all’ordine del giorno e non sempre benviste o benvolute ma in questo caso la rielaborazione non infastidisce, purché, naturalmente, non si vada a teatro aspettandosi la versione tradizionale!
Il coreografo-regista ha voluto giocare con lo Schiaccianoci. Vengono, infatti, inseriti personaggi e dettagli che non distorcono la storia e neppure il senso della vicenda, ma mettono in luce aspetti di solito in ombra, senza per questo essere improbabili o implausibili se non sicuramente veritieri. Ad esempio, che ci fosse un ragazzino più vivace e monello degli altri alla festa è possibilissimo, così come che da qualche parte nella grande casa ci fossero le stanze delle cameriere, o ancora la presenza di ragazzini più poveri e sfortunati che, con uno sguardo contemporaneo, è possibile definire “bad boys“. Peparini, comunque, continua con altre piccole allusioni a questioni contemporanee (come il seguito di donne con burka nella danza araba del II atto) ma senza la reale volontà di portarle a termine.
Una menzione particolare va ai costumi di Frédéric Olivier ben pensati, ben realizzati, divertenti, a volte stravaganti, in una parola: davvero belli.
E la dimensione davvero spettacolare della performance è data dalle scenografie di Lucia D’Angelo e Cristina Querzola, dalle belle luci di Jean-Michel Désiré e dalla video grafica di Gilles Papain. Così, questa nuova produzione dell’Opera di Roma lascia molto divertiti e soddisfatti per la cura dei dettagli e per una regia che, nella sua capacità di mettere assieme caratteri e caratteristiche diverse, risulta vicente.