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“Marcello Mariani. Il tempo dell’angelo” al Vittoriano di Roma

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L’esposizione MARCELLO MARIANI.  Il tempo dell’angelo, 1956-2014, promossa dalla Regione Abruzzo e curata dallo storico dell’arte e saggista Gabriele Simongini, durerà fino al 4 novembre e ripercorrerà quasi 60 anni di carriera di Mariani, un lungo tempo durante il quale l’artista si è imposto in ambito internazionale per la costante riflessione sulla pittura informale, evoluta poi in un linguaggio libero da qualsiasi definizione precostituita.
La sua formazione era stata influenzata, per certi aspetti, dall’esempio e dall’opera di artisti come Licini, Fontana, Burri, Beuys e Rauschenberg che lo indussero a sviluppare una visione sempre più poetica, intensa ed anarchica del mondo.
La pittura come territorio magico in cui ricomporre le fratture, le divisioni, le separazioni, come rito di passaggio dal visibile all’invisibile – dice il curatore Simongini – come lavorio inesausto di purificazione interiore in contatto con i sommovimenti segreti del mondo“.

L’allestimento suggestivo e molto dinamico della mostra vede l’esposizione di grandi tele di Mariani che ripercorrono decenni di lavoro: infatti, anche se la rassegna si concentra particolarmente sulle opere degli anni duemila, ha un suo nucleo iniziale, germinale e prezioso, in sette opere distese fra il 1956 e il 1960 che testimoniano la precocissima rivelazione con cui Mariani ha individuato il proprio campo d’indagine. Quel che è certa è proprio la grande vocazione dell’artista alla ricerca, unita a una istintività che lo portava a confrontarsi con ogni tipo di materiale e ogni luogo in cui si imbattesse: “Per me è molto importante far parlare questi muri”, amava dire riferendosi soprattutto al suo amatissimo luogo di nascita, L’Aquila.

Il titolo della mostra, “Il Tempo dell’Angelo”, fa riferimento al fatto che spesso nelle opere di Mariani “affiorano con forza abbagliante, da dimensioni sovrumane, presenze angeliche che sono anche scariche di energia catartica, epifanie luminose e portatrici di un vento di rinnovamento”, scrive ancora Simongini.

Di particolare intensità sono le opere che Mariani creò dopo la terribile esperienza del terremoto che nel 2009 distrusse L’Aquila: “Senza dubbio, nella vita e nel lavoro di Mariani, si può parlare di una fase pre-terremoto e di una successiva, tragica e difficile – continua Simongini – Dopo aver perso studio e abitazione, lo si vedeva camminare in silenzio nella periferia dell’Aquila deturpata, lungo strade deserte di quartieri evacuati. E all’improvviso capitava di vederlo chinarsi per raccogliere polvere e frammenti di cemento, pezzi di intonaco frantumato. Li usava per creare nuove e bellissime opere astratte in cui c’è, anche fisicamente, tutta quell’apocalisse“.
Ad accompagnare le grandi tele dell’artista, in mostra saranno esposte anche le fotografie di Gianni Berengo Gardin con uno speciale reportage sull’amico di sempre Marcello Mariani: 20 scatti realizzati prima del sisma dal grande Maestro della fotografia, che ci restituisce uno spaccato di vita intimo e potente di Mariani.

Il Tempo dell’Angelo” arriva in un periodo particolarmente vivace del Complesso del Vittoriano, è infatti una delle tre mostre di lancio della stagione espositiva autunnale e convivrà dal 3 ottobre con il grande omaggio a Andy Warhol in occasione dei 90 anni dalla sua nascita e dal 10 ottobre con uno dei nuclei più preziosi del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e molti altri rappresentanti della Scuola di New York.
Quanto mai significativa, vista la costante riflessione di Mariani sull’eredità e l’attualità dell’espressionismo astratto americano, è la compresenza al Vittoriano proprio della sua mostra e di quest’ultima dedicata a Pollock e alla Scuola di New York, in un dialogo a distanza che aprirà la strada a molte riflessioni incentrate su opere fondate esclusivamente sull’intensità e l’autenticità interiore.

Il catalogo di mostra, realizzato da Skira Editore, presenterà testi del curatore, del giornalista Danilo Maestosi e alcuni scritti dell’artista, oltre alle immagini delle opere esposte al Vittoriano e di quelle presentate recentemente nell’omaggio che è stato dedicato a Mariani dall’Accademia di Belle Arti di Roma.