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Maria Caterina Cicala ci racconta la vita straordinaria di Alkann “Il teatro dei pappagalli”

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Nel romanzo Il teatro dei pappagalli l’autrice Maria Caterina Cicala, in una godibile miscela tra storia e narrazione, ci racconta la vita del compositore Charles Valentin Alkan, personaggio bizzarro sulla cui morte circola una leggenda e anche un presunto necrologio “Alkan è morto. Ha dovuto morire per provare la sua esistenza“.

 

La Ville lumiére della seconda metà dell’800 è il palcoscenico di questa storia: una città vibrante, in accelerazione, dove tutto è sgargiante e leggero come le piume di un uccello esotico. A fare da contrasto con lo sfavillio della città, la figura immobile di Alkan, pianista virtuoso, quasi completamente dimenticato. Un uomo solitario, chiuso nel suo grande appartamento silenzioso, guarda il figlio – che non ha mai riconosciuto – muoversi a suo agio in quel mondo a cui lui ha rinunciato. Alkan e suo figlio Élie sono i protagonisti speculari di una storia di inadeguatezza reciproca tra padri e figli, dall’epilogo amaro.

 

A raccontarci la temperie di quella stagione è anche il bellissimo personaggio di Apollonie Sabatier: la Presidentessa. Musa di Baudelaire, allieva di Alkan, e regina del salotto che accoglie nomi come Manet, Gautier, Flaubert, Doré, Turgenev, Bizet. Ma più di tutto una donna libera, che ha saputo vivere intelligentemente il suo tempo “dando scandalo” ovvero scardinando le regole di un mondo ancora ben lontano dall’emancipazione femminile.