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Nancy brilla ma la vacuità dilaga

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Nancy Brilli in
Nancy Brilli in "Bisbetica - la Bisbetica Domata di Shakespeare messa alla prova"

Nancy Brilli sarà al Teatro Quirino, fino al 20 dicembre, con “Bisbetica – la ‘Bisbetica domata’ di Shakespeare messa alla prova”, regia di Cristina Pezzoli.

L’opera viene presentata in chiave metateatrale nel senso che il numeroso cast interpreta una compagnia di attori che, a loro volta, devono mettere in scena la “Bisbetica domata” di Shakespeare ma si trovano in difficoltà a causa di una lite in cui, a pochi giorni dal debutto, la prima attrice ha tirato un candelabro addosso al regista, causandone il ricovero in ospedale.

Naturalmente Nancy Brilli la fa da padrona e la parte della prima donna le riesce benissimo ma non mancano le perplessità come, ad esempio, quando sulle note stampa si legge che la regista avrebbe adottato “una sottile chiave femminile”. È vero, c’è chi dice che Shakespeare abbia scritto la commedia per denunciare la condizione di sopraffazione in cui versavano le donne, ma la chiave femminile di cui si avvarrebbe la regista appare irrintracciabile. Infatti, se anche Shakespeare avesse davvero voluto denunciare l’impossibilità, per una donna, di scegliere della propria vita, la conclusione di questa pièce, con il monologo in cui Caterina accetta di “mettere le proprie mani sotto i piedi del marito”, e la generale mancanza di profondità dello spettacolo producono l’assenza marcata di un qualsivoglia tipo di vittoria – anche solo a pari merito – femminile.

Come se non bastasse, a lasciar perplessi gli spettatori – i quali, nella pausa, cercano di spiegarsi ciò che vedono come possono – intervengono degli intermezzi (più o meno) musicali, magari divertenti in un primo tempo seppure forieri dell’inconsistenza che alla fine si rivelerà eclatante. Inoltre la cosa peggiore è che queste intermittenze di musica pop e rap vengono spacciate come qualcosa che va direttamente incontro ai gusti di un pubblico giovane!

Insomma, se era certo che lo spettacolo si giustifica in funzione della Brilli, ora è altrettanto certo che oltre lei c’è ben poco.