Pianista di ricerca, sin da giovanissimo devoto a repertori rari trasversalmente ai secoli, riscopritore di inediti dimenticati, ma anche virtuoso nell’affrontare con coraggio vere sfide di quell’atletismo artistico che composizioni come il Gradus ad Parnassum di Clementi chiedono alla comunione di corpo e pensiero, attivissimo concertista dal debutto in Scala nel 2007; curioso indagatore di ogni divulgazione, tanto da essere stato il primo musicista classico a esibirsi su SecondLife dove ha all’attivo oltre 100 concerti, fondatore ante litteram della web tv classica Forte? Fortissimo! TV, dedicata alla “Musica Forte” e alla campagna “Musica contro il lavoro minorile” ideata da Claudio Abbado con Onu; Premio Abbiati, più volte tra i nominati ICMA, educatore con l’Almo Collegio Borromeo, ove ha fondato il coro e l’orchestra degli studenti, di cui è tuttora direttore artistico, sviluppando l’idea della musica come motore di “uno sviluppo olistico della personalità a supporto di ogni comunità complessa”; creatore di format trasversali alle arti come il Chromoconcerto, il progetto jazz con Sandro Cerino, le drammaturgie monografiche con Quirino Principe.
A soli 41 anni la lista delle pubblicazioni discografiche rare, dei riconoscimenti internazionali e delle iniziative a sostegno di una visione “olistica” della musica rendono la carriera del pianista Alessandro Marangoni davvero diversa e unica nel panorama odierno; non fa eccezione in questo il pluripremiato, acclamato e monumentale progetto rossiniano, che oggi giunge finalmente a compimento dopo più di 10 anni di lavoro, nelle 13 rarissime incisioni dei Péchés de vieillesse, inclusi 20 inediti ritrovati dallo stesso Marangoni tra Fondazione Rossini e collezioni private. Il cofanetto di Marangoni è dunque oggi l’unica integrale al mondo di tutta la musica da camera di Rossini e verrà naturalmente presentata nel concerto di apertura dell’autunno pesarese il 14 Novembre.
Sul palco sin dalle scuole medie grazie all’estro musicale di un prete esorcista, devoto alla musica tanto da intrattenere carteggi con Karajan e Mila, Marangoni trova la sua strada originale nell’affollato mondo del pianismo grazie agli stimoli di Maria Tipo, sua insegnante e mentore a Fiesole, che lo sprona ad una profonda ricerca negli ambiti meno frequentati ed il primo esercizio in tal senso, dedicato alle composizioni dimenticate di Victor de Sabata, lo porta rapidamente in sala d’incisione, quindi sul palco della Scala e dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Una strada efficace che potrebbe abbondantemente bastare per rendere proficua e solida una carriera. Ma l’attitudine alla ricerca di Alessandro rivela presto la sua eclettica matrice rinascimentale, come lo storico collegio d’eccellenza dove si è laureato in filosofia e dove, nel solco delle idee sull’uso della musica come complemento didattico ad ogni disciplina del fondatore San Carlo Borromeo, in tal senso precursore assoluto, trova da affezionato ex studente modo di ampliare ed approfondire sempre più questo aspetto, oggi come mai essenziale al mantenimento e sviluppo della ragion d’essere d’ogni musicista professionista: la formazione di orecchie pronte all’ascolto, ovvero un pubblico giovane, competente, appassionato, in definitiva, il futuro. Ma il concetto di musica come “strumento essenziale per uno sviluppo olistico della personalità a supporto di una comunità complessa”, ossia i temi dell’ascolto, superamento dell’ego, apertura al confronto, prontezza di fronte all’imprevisto, lavoro di gruppo, formazione estetica, esercizio d’umiltà intellettuale non possono essere trasmessi solo ad una selezionata élite di studenti d’eccellenza, ma devono essere divulgati in ogni direzione, da cui l’inesausto sperimentalismo di forme e linguaggi di Marangoni, dalla sinestesia di Chromoconcerto realizzato con il regista Pierpaolo Venier, alla creazione della webtv Forte? Fortissimo!, nata ben prima che il lockdown costringesse al potenziamento dei mezzi digitali ogni realtà concertistica, senza dimenticare la lunga lista di progetti sopra elencati, ove preme sottolineare quanto la finezza dei contenuti e la collaborazione con personalità della levatura culturale di Quirino Principe, riesca a coniugarsi sempre con una piacevolezza ed immediatezza di messaggio assolutamente democratica e orizzontale, altrimenti non sarebbe divulgazione, ma esibizione, un ribaltamento del principio di humilitas inconcepibile per il musicista-filosofo Alessandro Marangoni.